stadio vietato
Trasferta vietata a Salerno per i tifosi del Pescara
Niente tifo all'Arechi. Il questore: si paga il lancio di sassi dell’andata. Sebastiani: è un peccato
PESCARA. «Vogliamo che i nostri tifosi ci seguano, faremo di tutto perché ciò avvenga, anche con l’impegno diretto della società». Alla vigilia della trasferta di Salerno che il Comitato di analisi sulle manifestazioni sportive ha vietato ai tifosi biancazzurri residenti in Abruzzo dopo i disordini dell’andata all’Adriatico, il presidente del Pescara Daniele Sebastiani tranquillizza chi in questo momento particolarmente felice avrebbe voluto stare accanto alla squadra anche in trasferta e promette: «Per le prossime partite siamo pronti a farci da garanti per i tifosi, con i quali c’è sempre stato un dialogo anche diretto, mettendo a disposizione anche in trasferta i nostri steward. Lo faremo sicuramente, perché il pubblico è il nostro dodicesimo uomo. È chiaro che questi divieti non ci stanno bene». Divieti che, a sentire il questore Paolo Passamonti, presente ieri alla conferenza di presentazione dei nuovi arrivi Pasquato, Mazzotta e Coda, dovrebbero essere limitati solo alla trasferta di domani a Salerno per i supporter biancazzurri, e a quelli del Latina a Pescara il 20 maggio dopo i disordini che ci furono a Latina a febbraio dell’anno scorso con nove ultrà (sette del Latina e due del Pescara) arrestati.
«Se i tifosi vogliono bene alla squadra, se vogliono andargli dietro devono sapersi comportare», dice subito il questore, «perché se a Salerno non ci possono andare è per colpa di un gruppo di sconsiderati che all’andata ha colpito il pullman dei tifosi della Salernitana con un lancio di mattoni lungo l’asse attrezzato, all’altezza della curva di San Silvestro. Un episodio gravissimo, per il quale si paga con il divieto di sabato».
«La nostra tifoseria non è violenta, in trasferta ci vanno anche le famiglie con i bambini», sottolinea Sebastiani, «non si può condannare un’intera tifoseria per il comportamento di singoli». Concorda il questore che però spiega: «Il problema sono le nuove generazioni, i giovanissimi che partono pensando che lo stadio sia una terra di nessuno e invece non è così. Senza sapere, oltretutto, che noi li teniamo d’occhio da prima della partita attraverso il web, che ci aiuta a capire il clima con cui le tifoserie avversarie si preparano al match». Quanto ai disordini di sabato scorso al termine di Pescara-Bari, Passamonti e Sebastiani concordano nel dire che «sono stati i baresi che hanno tentato di sfondare i cancelli, i locali non si sono visti e per questo non c’entra niente sabato scorso con i divieti di Salerno». Dunque secondo il questore, per il quale ad oggi l’unica partita ad alta tensione, oltre a quella con il Latina, è quella del 27 febbraio con l’Ascoli («data la vicinanza è atteso un gran numero di tifosi»), divieti come quello di domani dovrebbero non subirli più i pescaresi. Sempre se, come rimarca Passamonti, «i nostri tifosi si sapranno comportare». Vale a dire: «Evitando il lancio di petardi di grosse dimensioni allo stadio, evitando agguati anche lontano dallo stadio com’è successo a settembre dopo la partita con la Salernitana, evitando assalti alla diligenza negli autogrill ed evitando anche, una volta dentro allo stadio, cori offensivi. Perché una volta che l’Osservatorio attenziona una tifoseria poi basta poco per far scattare i divieti. Ma», ribadisce il questore, «basta rispettare le regole». (s.d.l.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA