Tre i colpi della banda dello scooter

13 Agosto 2011

Le vittime pedinate prima dell’aggressione, gli investigatori stringono il cerchio sui due malviventi. Venti giorni fa hanno scippato la titolare di una sala giochi di Montesilvano

PESCARA. Ha colpito tre volte la banda dello scooter. Perché prima del benzinaio rapinato giovedì scorso e dell'avvocato aggredito martedì, a restare vittima di due rapinatori su un motorino scuro era stata la titolare di una sala giochi di Montesilvano. Pedinata e scippata della borsa in cui custodiva 20 mila euro che stava per versare in banca. Un colpo che sembra essere stato studiato a tavolino, proprio come quello messo a segno ai danni dell'avvocato pescarese David Di Lallo, pedinato anche lui, questa volta all'uscita da una filiale in cui aveva appena prelevato duemila euro. E rapinato da due persone su uno scooter. Probabilmente le stesse due persone che 48 ore dopo, giovedì mattina, hanno rapinato il gestore dell'area di servizio Ip di via Nazionale Adriatica Nord. Proprio al confine con Montesilvano.

Non sono tanto il particolare del motorino scuro e il fatto che a colpire siano state due persone con il volto coperto dai caschi a far pensare a una stessa mano dietro ai tre colpi, quanto il modo di agire dei due malviventi. Che in tutti e tre i casi non sono sembrati dei pivellini, anzi. Perché nei primi due colpi i malviventi hanno seguito le loro vittime e sapevano che nelle loro borse di denaro ce n'era parecchio, ventimila euro in un caso e duemila nell'altro.

Mentre nel secondo e nel terzo caso c'è una pistola, usata per minacciare le vittime. Due elementi che fanno pensare a gente un po' più esperta rispetto a due classici piccoli scippatori.

A creare un possibile collegamento tra i tre colpi sono soprattutto le analogie tra lo scippo ai danni della titolare della sala giochi e la rapina subìta dall'avvocato pescarese. La donna, la prima vittima in ordine di tempo, è stata scippata il 22 luglio in viale Europa a Montesilvano.

La commerciante era uscita dalla sua sala giochi per andare in banca a depositare 20 mila euro in contanti che teneva in una borsa. Appena parcheggiata l'auto la donna è stata avvicinata da due uomini su un motorino scuro e con i caschi integrali che le hanno scippato la borsa. Un particolare che ha dato la certezza ai carabinieri del capitano Enzo Marinelli, che stanno indagando sullo scippo, che la donna sia stata seguita sin dalla sala giochi. E forse tenuta d'occhio anche nei giorni precedenti.

Per identificare i responsabili dello scippo ai danni della titolare della sala giochi, i carabinieri stanno seguendo una pista che appare più convincente delle altre, emersa dagli accertamenti effettuati nelle ultime settimane.

Proprio il fatto che la commerciante di Montesilvano sia stata seguita fa pensare che la banda sia la stessa che qualche settimana dopo ha rapinato l'avvocato pescarese. Perché anche il professionista è stato seguito, e a lungo. L'uomo infatti martedì scorso è andato in banca in via Firenze a fare un prelievo. Una volta uscito dalla filiale è salito sul suo motorino ed è arrivato dall'altra parte della città, in via Mazzarino, nella zona dello Stadio. Appena è sceso dallo scooter è stato affiancato da due persone, sempre su un motorino nero e con il volto coperto dai caschi integrali.

Due persone che evidentemente gli stavano dietro sin da quando era uscito dalla filiale. E che però non lo hanno scippato, come con la vittima di Montesilvano, ma lo hanno minacciato con una pistola per farsi dare la valigetta in cui era custodito il denaro. Un dettaglio, quello della pistola, che a sua volta lega il colpo ai danni dell'avvocato con la rapina fatta giovedì mattina nell'area di servizio Ip di via Nazionale Adriatica. Anche in quel caso i rapinatori erano in due, su un motorino scuro e con i caschi integrali in testa. E anche in quel caso hanno tirato fuori la pistola e minacciato il gestore della pompa di benzina chiedendogli di dargli il borsello in cui l'uomo custodiva circa mille euro tra incasso e fondo cassa.

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