Truffa sui rifiuti tracciati: in cella i fratelli Stornelli

18 Aprile 2013

Al centro dell’inchiesta dei pm di Napoli il sistema Sistri mai entrato in vigore. Gli imprenditori di Avezzano arrestati assieme a Di Martino ed altre 19 persone

NAPOLI. Il progetto fu elaborato quando Napoli e la Campania erano sommersi dai rifiuti: un sistema di controllo satellitare degli automezzi per evitare lo smaltimento illecito e combattere l’Ecomafia. Il Sistri – questo l’acronimo del sistema – non è mai entrato in funzione ma, in compenso, dei 400 milioni stanziati, una settantina, secondo la ricostruzione dei magistrati, sono stati dirottati altrove, prendendo il nome di tangenti. Ventisei le misure cautelari eseguite dal Nucleo di polizia tributaria della Finanza di Napoli: 3 in carcere, 19 ai domiciliari e 4 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, oltre al sequestro di beni per 10,2 milioni. I pm contestano, a vario titolo, reati di associazione per delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzazione di fatture false, corruzione, truffa aggravata, riciclaggio, favoreggiamento e occultamento di scritture contabili. Degli oltre 10 milioni sequestrati, 7 sono stati bloccati a Selex Service Management, l’azienda del gruppo Finmeccanica al centro dell’inchiesta.

Ai domiciliari è finito l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Malinconico, ex consulente del ministero dell’Ambiente; in carcere gli imprenditori Sabatino Stornelli, 56 anni, di Avezzano, ex Ad Selex Management, il fratello Maurizio Stornelli (51), anch’egli di Avezzano, e Francesco Paolo Di Martino. Quest’ultimo, come Sabatino Stornelli, è stato alla presidenza della Valle del Giovenco, ex squadra di calcio marsicana. Ai domiciliari un altro avezzanese, Giovanni Sabetti, 42 anni, e l’ex ad della Valle del Giovenco, Luca Mastroianni (42) e Vincenzo Angeloni. Sul progetto – sottolinea la Procura – per anni non è trapelata alcuna informazione in quanto su di esso era stato posto il segreto di Stato in virtù del quale nel dicembre 2009 il ministro dell’Ambiente aveva proceduto all’affidamento diretto, senza indire pertanto alcuna gara, alla Selex, la stessa società che aveva anche proposto il progetto al governo.

L’indagine, per fatti avvenuti dal 2007, è concentrata su una serie di società che avrebbero avuto il solo scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti. Fra queste la Valle del Giovenco calcio. L’imprenditore avrebbe lucrato «ingenti importi (pari ad alcune decine di milioni)». Ciò grazie alla «sistematica condotta di corruzione» nei confronti dell’ad di Selex, Stornelli, e di Carlo Malinconico Castriota Scanderbeg. L’ex sottosegretario è accusato di corruzione per aver pattuito la promessa di due contratti da 500 mila euro ciascuno per esprimere un parere di regolarità tecnica del contratto, nonchè un parere di congruità del prezzo fissato. Malinconico ha rivestito anche il ruolo di presidente della Commissione di Vigilanza ministeriale preposta alla valutazione sulla corretta gestione del contratto. Nell’indagine spunta anche un istituto scolastico, il Santa Croce di Castellammare di Stabia, controllato da Di Martino. All’istituto furono affidate alcune attività, come la programmazione di chiavette Usb necessarie per il sistema di tracciabilità di rifiuti.

Tanti gli episodi di uso “disinvolto” del denaro. Come quello delle ingenti somme, una parte dei soldi liquidati alla Selex per il Sistri, che sarebbero finite nella ristrutturazione e nell’arredo della casa romana di un’amica del manager Sabatino Stornelli: 34mila euro per una cucina, 16mila per tende e divani, 20mila per i sanitari.

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