inchiesta sul comune
Urbanistica, paralizzata l’attività degli uffici
La commissione consiliare resta senza lavoro: «Tutte le carte sono in questura»
PESCARA. Due nuovi accordi di programma relativi alla zona Colli e all’area attigua all’intervento De Cecco di Portanuova. La commissione consiliare urbanistica avrebbe dovuto iniziare ad esaminarli ieri, dopo la pre istruttoria degli uffici tecnici. Ma anche questi fascicoli sono da giovedì mattina negli uffici della squadra mobile. Così anche il presidente della commissione urbanistica del Comune, Vincenzo Dogali, ha dovuto prendere atto ieri che l’attività edilizia in città è paralizzata. Sospesa, come gli sguardi smarriti dell’assessore Tommaso Di Biase e degli altri componenti della commissione consiliare del Comune, che ieri mattina si sono ritrovati a guardare un tavolo vuoto, in un clima surreale.
«Calmi, siamo di fronte ad una semplice indagine conoscitiva» ha esordito Dogali, quasi a voler stemperare una tensione che negli ambienti politici si taglia ormai con il coltello. Il fatto è che mentre nessuno sa ancora dove andrà a parare l’inchiesta della procura di Pescara, si pone un problema concreto per la macchina amministrativa. L’acquisizione ormai totale di tutti i progetti relativi ai programmi complessi ha di fatto paralizzato l’attività del settore urbanistica. In linea di massima, i dirigenti dei vari uffici potrebbero recarsi in questura in qualsiasi momento per richiedere copia dei documenti acquisiti, visto che non siamo di fronte ad un atto di «sequestro». Ma nei fatti, tutto si è fermato. Al punto da indurre l’intera commissione consiliare urbanistica ad accogliere la proposta venuta dal consigliere comunale Marcello Antonelli (An) per «ingannare», se così si può dire, il tempo: quella di procedere ad una verifica di tutte le opere pubbliche che i privati avrebbero dovuto realizzare in città nell’ambito degli accordi di programma.
Scuole, parchi, marciapiedi, strade, verde pubblico, illuminazione. La commissione consiliare urbanistica ha deciso di tuffarsi in questa attività di screening per una verifica a 360 gradi. Dalla Gmg a Caldora - per fermarsi solo ad alcuni degli esempi fatti ieri - si vuole accertare se le proposte realizzative approvate dal consiglio comunale, anche riferite alla passata amministrazione, abbiano avuto o meno un riscontro nella realtà. Probabilmente questa è anche una necessità del pool di magistrati che è andato a mettere la lente d’ingrandimento sui programmi complessi in itinere o già approvati dal Comune. Tutto parte infatti dalla denuncia del costruttore Aldo Primavera, al quale non è stato consentito di mettere un solo mattone, in quanto il suo progetto edificatorio in prossimità della pineta Dannunziana era stato ritenuto «troppo impattante» già nella fase istruttoria della pratica. L’interrogativo che ha fatto scattare l’indagine è semplice: «Perché agli altri sì e a me no?».
«Calmi, siamo di fronte ad una semplice indagine conoscitiva» ha esordito Dogali, quasi a voler stemperare una tensione che negli ambienti politici si taglia ormai con il coltello. Il fatto è che mentre nessuno sa ancora dove andrà a parare l’inchiesta della procura di Pescara, si pone un problema concreto per la macchina amministrativa. L’acquisizione ormai totale di tutti i progetti relativi ai programmi complessi ha di fatto paralizzato l’attività del settore urbanistica. In linea di massima, i dirigenti dei vari uffici potrebbero recarsi in questura in qualsiasi momento per richiedere copia dei documenti acquisiti, visto che non siamo di fronte ad un atto di «sequestro». Ma nei fatti, tutto si è fermato. Al punto da indurre l’intera commissione consiliare urbanistica ad accogliere la proposta venuta dal consigliere comunale Marcello Antonelli (An) per «ingannare», se così si può dire, il tempo: quella di procedere ad una verifica di tutte le opere pubbliche che i privati avrebbero dovuto realizzare in città nell’ambito degli accordi di programma.
Scuole, parchi, marciapiedi, strade, verde pubblico, illuminazione. La commissione consiliare urbanistica ha deciso di tuffarsi in questa attività di screening per una verifica a 360 gradi. Dalla Gmg a Caldora - per fermarsi solo ad alcuni degli esempi fatti ieri - si vuole accertare se le proposte realizzative approvate dal consiglio comunale, anche riferite alla passata amministrazione, abbiano avuto o meno un riscontro nella realtà. Probabilmente questa è anche una necessità del pool di magistrati che è andato a mettere la lente d’ingrandimento sui programmi complessi in itinere o già approvati dal Comune. Tutto parte infatti dalla denuncia del costruttore Aldo Primavera, al quale non è stato consentito di mettere un solo mattone, in quanto il suo progetto edificatorio in prossimità della pineta Dannunziana era stato ritenuto «troppo impattante» già nella fase istruttoria della pratica. L’interrogativo che ha fatto scattare l’indagine è semplice: «Perché agli altri sì e a me no?».