Villa Pini, show dei dipendenti contro Redigolo
Urla e ingiurie al commissario. La replica: sui soldi chiesti accertamenti giudiziari.
PESCARA. «Su quei crediti chiesti dal gruppo Villa Pini alla Regione sappiamo che ci sono delle iniziative giudiziarie in atto. La commissione ispettiva della Regione, inoltre, ha rilevato che parte dei soldi non erano dovuti, in quanto si tratta di crediti vantati da Villa Pini per prestazioni che non poteva erogare in quanto non previste dalla convenzione con la Regione». Stile asciutto con un filo di ironia bonaria, così Gino Redigolo commissario governativo ad acta per il piano di rientro per il deficit della sanità, replica al gruppo Villa Pini che chiede 40 milioni di euro alla Asl di Chieti. Redigolo per il suo ruolo è finito nel mirino dei dipendenti del gruppo Angelini che ieri mattina hanno manifestato davanti alla sede dell’assessorato alla sanità della Regione Abruzzo, in via Conte di Ruvo a Pescara.
Quando dagli uffici ha fatto capolino il commissario Redigolo che doveva partire per Roma per un incontro sul piano di rientro con i tecnici del ministero della salute, alcuni manifestanti hanno cominciato a inveire, tentando anche di lanciare oggetti. Un parapiglia che sembrava un film già visto con anche il ritorno in scena della «cassa da morto», utilizzata nella scenografia delle tante passate proteste dei dipendenti del gruppo Angelini.
Questa volta nel mirino c’è il teutonico Gino Redigolo. Le forze dell’ordine che avvisate del tumulto per evitare il peggio sono intervenute per riportare la calma e hanno scortato Redigolo lontano dalla folla. Il commissario tuttavia malgrado la folla urlante, non si è troppo scomposto e durante un colloquio telefonico è tornato sull’argomento dei crediti chiesti dalla Casa di cura teatina passata di recente dall’imprenditore Enzo Maria Angelini alla figlia.
«Ai decreti ingiuntivi di Villa Pini le Asl hanno fatto opposizione, hanno contestato le cifre e le prestazioni sanitarie fatte», racconta Redigolo, «le Asl e la Regione, anzi, ritengono di dovere loro la restituzione dei soldi per pagamenti non dovuti per il passato e che si legano anche questa vicenda».
Redigolo parla anche di un risvolto della controversia.
«A quanto pare il gruppo Angelini ha ceduto alle banche anche i crediti del 2008 e le Asl si trovano davanti alle diffide delle banche che chiedono di provvedere al pagamento di quanto rivendicato dal gruppo Angelini. Martedì prossimo», fa presente, «ci sarà una riunione con l’assessore alla sanità Lanfranco Venturoni, i direttori generali, la banca interessata che è la Unicredit e gli amministratori del gruppo Angelini, per fare le necessarie chiarezze sulla questione».
Con le altre Case di cura dell’Associazione ospedalità privata (Aiop), l’accordo è alla verifica delle cliniche. «La Regione ha presentato una proposta di intento di spesa e di attività. Su questo i direttori Asl apriranno le negoziazioni con le cliniche. Il tetto massimo per l’ospedalità privata è di 97 milioni di euro. In Abruzzo stiamo lavorando per far ridurre il tasso di ospedalizzazione come avviene nelle altre regioni».
Ieri pomeriggio, infine, a Roma Redigolo ha tenuto un incontro con i tecnici del ministero della Salute per verificare lo stato del piano di rientro. Nelle anticipazioni si è mostrato ottimista. «Cerchiamo di rispettare gli impegni e, soprattutto, dobbiamo fare un grande sforzo per il 2009 che può realizzarsi solo attuando delle iniziative di riorganizzazione del sistema.
A mio avviso stiamo andando nella direzione giusta, mentre in alcuni ambiti stiamo sforando, in particolare sul personale». Redigolo, infine ricorda qual è il suo ruolo. «Sono stato chiamato a riequilibrare i conti della sanità abruzzese, mentre la trattativa con il governo, evidentemente, è un tavolo politico che non mi compete».
Quando dagli uffici ha fatto capolino il commissario Redigolo che doveva partire per Roma per un incontro sul piano di rientro con i tecnici del ministero della salute, alcuni manifestanti hanno cominciato a inveire, tentando anche di lanciare oggetti. Un parapiglia che sembrava un film già visto con anche il ritorno in scena della «cassa da morto», utilizzata nella scenografia delle tante passate proteste dei dipendenti del gruppo Angelini.
Questa volta nel mirino c’è il teutonico Gino Redigolo. Le forze dell’ordine che avvisate del tumulto per evitare il peggio sono intervenute per riportare la calma e hanno scortato Redigolo lontano dalla folla. Il commissario tuttavia malgrado la folla urlante, non si è troppo scomposto e durante un colloquio telefonico è tornato sull’argomento dei crediti chiesti dalla Casa di cura teatina passata di recente dall’imprenditore Enzo Maria Angelini alla figlia.
«Ai decreti ingiuntivi di Villa Pini le Asl hanno fatto opposizione, hanno contestato le cifre e le prestazioni sanitarie fatte», racconta Redigolo, «le Asl e la Regione, anzi, ritengono di dovere loro la restituzione dei soldi per pagamenti non dovuti per il passato e che si legano anche questa vicenda».
Redigolo parla anche di un risvolto della controversia.
«A quanto pare il gruppo Angelini ha ceduto alle banche anche i crediti del 2008 e le Asl si trovano davanti alle diffide delle banche che chiedono di provvedere al pagamento di quanto rivendicato dal gruppo Angelini. Martedì prossimo», fa presente, «ci sarà una riunione con l’assessore alla sanità Lanfranco Venturoni, i direttori generali, la banca interessata che è la Unicredit e gli amministratori del gruppo Angelini, per fare le necessarie chiarezze sulla questione».
Con le altre Case di cura dell’Associazione ospedalità privata (Aiop), l’accordo è alla verifica delle cliniche. «La Regione ha presentato una proposta di intento di spesa e di attività. Su questo i direttori Asl apriranno le negoziazioni con le cliniche. Il tetto massimo per l’ospedalità privata è di 97 milioni di euro. In Abruzzo stiamo lavorando per far ridurre il tasso di ospedalizzazione come avviene nelle altre regioni».
Ieri pomeriggio, infine, a Roma Redigolo ha tenuto un incontro con i tecnici del ministero della Salute per verificare lo stato del piano di rientro. Nelle anticipazioni si è mostrato ottimista. «Cerchiamo di rispettare gli impegni e, soprattutto, dobbiamo fare un grande sforzo per il 2009 che può realizzarsi solo attuando delle iniziative di riorganizzazione del sistema.
A mio avviso stiamo andando nella direzione giusta, mentre in alcuni ambiti stiamo sforando, in particolare sul personale». Redigolo, infine ricorda qual è il suo ruolo. «Sono stato chiamato a riequilibrare i conti della sanità abruzzese, mentre la trattativa con il governo, evidentemente, è un tavolo politico che non mi compete».