Quella fanfara di soli fiati che fa venire voglia di correre

Storia della banda unica al mondo che non può mancare nelle sfilate

PESCARA. La fanfara dei bersaglieri è l’unica banda al mondo a esibirsi a passo di corsa. Composta solo da ottoni, nasce con la prima compagnia dei bersaglieri il 1º luglio 1836, quando i fanti piumati per la prima volta escono dalla caserma Ceppi di Torino al suono di questi festosi strumenti musicali.
Come scrisse lo scrittore Quarenghi, la fanfara è «una marcia allegra, vivace e tale da far venire la voglia di correre anche agli sciancati». Il suonatore di fanfara, infatti, è addestrato a suonare a pieni polmoni e a passo di corsa, poiché deve essere ascoltato da tutto il reparto. Secondo la tradizione popolare, l’uso di marciare con la carabina sulla spalla sinistra e con i corni da caccia nella destra risale all’evento storico della presa di Roma. Era il 20 settembre 1870 quando i bersaglieri, attraverso la breccia di Porta Pia, entrarono nella città pontificia e misero fine al potere temporale del papato. L’attacco decisivo, in base alla preparazione militare, si sarebbe dovuto effettuare a passo di carica, ma poi spontaneamente si trasformò in una corsa dei soldati.
Da statuto (in base all’atto costitutivo del 18 giugno 1836) i bersaglieri non possono eseguire una sfilata in mancanza della fanfara. Inizialmente per ogni compagnia erano previste 13 trombette e un caporale trombettiere. Ma con il tempo alle trombe si sono aggiunti altri strumenti a fiato.
A Pescara, in occasione del 65esimo raduno nazionale, arriveranno circa 70 fanfare da tutte le parti d’Italia: da Bergamo alla Calabria, da Roma a Catania, passando per Siena, Torino, Milano, Firenze, Caltanissetta, Foggia, alcune località della provincia di Brescia e dell’Umbra, ma anche Messina, Latina, Lecco, Cremona e tante altre città.
La fanfara della sezione di Pescara è denominata “La Dannunziana”. «Con la sua musica», spiega il presidente Sandro Di Cristofaro, «a fanfara, oltre a infondere allegria, divulga la storia del nostro corpo. Una storia che le nuove generazioni hanno necessità di comprendere perché un giorno saranno il fulcro portante di una nazione che dovrà conservare la sua identità mantenendo l'integrità morale e il senso della patria». (y.g.)

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