Da mediano a condottiero: la nuova vita di De Feudis
Giorgini lo porta a Giulianova, poi l’incontro con Cappellacci di cui diventa vice
L’AQUILA. Una vita da mediano e oggi, a 53 anni, Michele De Feudis da Bisceglie ha la grande occasione per diventare protagonista in prima linea. Una grande vetrina. Una vita da mediano nel caso del tecnico dell’Aquila - il terzo dall’inizio della stagione dopo Cappellacci e Pagliari - significa che nella prima vita da calciatore ha giocato in mezzo al campo, più abile in fase di interdizione, ma non per questo con piedi maleducati. Al contrario. Bella corsa, grande fisicità. Tanto agonismo. Poi, una volta appese le scarpe al chiodo ha lavorato per lo più all’ombra di Roberto Cappellacci, molto tra i dilettanti e i settori giovanili e ora con un patentino di Uefa A da allenatore, per guidare squadre di Lega Pro alla portata. Fino alla chiamata dell’Aquila per cercare di scalare posizioni in classifica nel girone F della serie D.
Quattro punti in due gare con la prospettiva della trasferta di Senigallia. A luglio era il vice di Cappellacci, oggi è il titolare della panchina rossoblù. Michele De Feudis è un giuliese di adozione, ma orgoglioso e fiero delle radici che lo portano a Bisceglie, in Puglia, dove ha ancora parenti e amici. In Abruzzo è arrivato grazie a Francesco Giorgini, il tecnico che nel 1992-93 l’allena a Bisceglie poi lo porta a Giulianova con la benedizione dell’allora presidente Benito Di Gregorio. Insieme vincono il campionato nazionale dilettanti. A Bisceglie era un’ala destra. A Giulianova Giorgini l’ha iniziato a spostare in mezzo al campo e sempre in giallorosso Gianni Simonelli lo ha consacrato mediano davanti alla difesa. Foggia, Ascoli, Rosetana, Andria, Todi e Penne le altre tappe della carriera da calciatore. A Giulianova nel 2000, dalla comune militanza in giallorosso, nasce il feeling con Roberto Cappellacci ormai a fine carriera in mezzo al campo. Qualche mese trascorso insieme, mentre Cappallacci arrivava e De Feudis era in procinto di partire, Poi, si incrociano ad Andria e a Roseto dove il tecnico di Tortoreto allena per pochi mesi quello che poi diventerà il suo vice. Cappellacci va a guidare la Valle del Giovenco e chiama De Feudis nel suo staff, dal 2005 al 2007. Poi, i due vanno a Siena: Cappellacci responsabile del settore giovanile e De Feudis tecnico degli Allievi. In bianconero il tecnico di Bisceglie valorizza Spinazzola, oggi terzino della Roma e all’epoca esterno d’attacco in procinto di spiccare il volo alla Juventus. Nel 2008 ancora Valle del Giovenco, poi settore giovanile del Giulianova con la Berretti che arriva alla final eight di Bassano del Grappa. Nel 2011 Nando Ruffini lo porta a Pescara dove guida gli Allievi. Accetta l’incarico di vice Cappellacci a Teramo, ma, poi, non segue l’amico a Cosenza per ragioni familiari. E riparte dai dilettanti. Guida il Notaresco in Promozione, poi Calcio Giulianova sempre in Promozione. Due anni a Montorio in Eccellenza, altrettanti a Nereto, sempre in Eccellenza.
Una parentesi all’Aquila e nel 2022 risponde alla chiamata dell’ex compagno di squadra Francesco, detto Ciccio, Micciola, direttore sportivo dell’Ancona, che l’inserisce nello staff tecnico dorico. In estate le strade di De Feudis e Cappellacci si incrociano, ma il percorso è breve. Poche settimane e Cappellacci lascia L’Aquila per divergenze con il presidente Russo e De Feudis lo segue, approfittando dell’occasione per frequentare il corso a Coverciano, fino alla chiamata dell’Aquila dopo il divorzio da Giovanni Pagliari. Questa volta per metterci la faccia e per dare una svolta alla carriera. Alla squadra parla chiaro: è esigente, ma dopo il primo successo concede una giornata libera inattesa. Partenza buona: zero gol subiti, un pareggio in trasferta e una vittoria in casa. Oggi la Coppa Italia a Riano. Probabilmente, ispirerà altri movimenti di mercato dopo il tesseramento di Barberini. Non è un tipo particolarmente loquace e diplomatico, va dritto al sodo come quando in mezzo al campo era tra i più concreti e affidabili. Con il tempo ha superato gli impacci di un tempo e ha imparato a reggere il confronto con un calcio sempre più mediatico. Ama un gioco arioso e fluido, ma è pratico ed essenziale in panchina.
Vive a Giulianova con la famiglia, nel frattempo è diventato papà e a 53 anni ha l’occasione per spiccare il volo in prima persona. E magari Roberto Cappellacci sarà il suo primo tifoso.
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