ECCO IL FLIPPER BIANCAZZURRO
Come le biglie di acciaio smerigliate di un flipper anni settanta che suona e squilla. Giovedì sera, contro il Milan Futuro il pallone girava ad una velocità da tavolo di biliardo, nello stadio di...
Come le biglie di acciaio smerigliate di un flipper anni settanta che suona e squilla. Giovedì sera, contro il Milan Futuro il pallone girava ad una velocità da tavolo di biliardo, nello stadio di Pescara. Triangoli, accelerazioni, l’esterno destro di Valzania, come un pennello, i tocchi alati di Merola, il metodismo di Squizzato. Certo, qualcuno dirà che i giovani rossoneri sono una squadra non irresistibile, scesa in campo con la maglia dei terzultimi in classifica. Vero, ma non è questo il punto.
Il calcio, quando la palla corre così veloce diventa pura geometria temperata dall’estro, samba bailado, ma con discernimento. È qualcosa che abbiamo visto battere il tempo nel grande Brasile, nelle migliori avventure zemaniane, nel Milan olandese dei grandi idilli, non importa in quale categoria, non importa con che risultato, con che posta in palio: può essere la serie C o la Champions, è la fantasia che diventa forma, il collettivo che diventa individuo, ovvero ciò che solo il calcio riesce ad esprimere in questa particolarissima forma di sport che si fa musica.
Il Pescara giovedì era un caleidoscopio di colori, una squadra operaia, una galleria d’arte. È il modo in cui Adani racconta il baldinismo. Ma siccome il calcio è uno sport di popolo, e non un gioco da club della pipa, da bar, e non da accademia, quella palla che gira vorticosa per me era solo un bellissimo ricordo: il ritorno indiavolato dei vecchi flipper a cassa di legno quando battevi il record e tre schiocchi secchi ti regalavano un credito. Pensare fino a lunedì a quello schiocco. Due monete da cento lire sul vetro, più sei in classifica.