Il dg Andrea Iaconi, l’allenatore Giovanni Galeone e il ds Meuccio Di Santo

IL PERSONAGGIO

Galeone: senza pubblico non sarà vero calcio 

L’ex allenatore del Pescara a San Salvo: «Sono legato a questa città anche per superstizione...»

SAN SALVO. L’attesa sta per finire. A breve ricominceranno i campionati di A, B e C e finirà l’astinenza da calcio giocato. Intanto, a San Salvo si è tornato a parlare di pallone grazie alla visita a sorpresa di due intenditori e protagonisti del mondo del calcio. Il “Profeta” Giovanni Galeone, 79 anni, ex allenatore degli anni d’oro del Pescara, e l’ex direttore sportivo della squadra biancazzurra e attualmente direttore generale del Teramo, Andrea Iaconi, sono arrivati nella mattinata di ieri a San Salvo e hanno visitato alcune zone del litorale e della cittadina abruzzese insieme ad alcuni amici, tra cui il direttore sportivo Meuccio Di Santo (ex San Salvo e Pro Vasto, 12 campionati vinti in carriera, quest’anno a Capistrello fino a gennaio). «San Salvo la conosco da 35 anni», ha rivelato Galeone, «venivo a trovare amici, a pescare e anche per questioni sportive. Nel 91-92, l’anno della mia seconda promozione in serie A alla guida del Pescara, eravamo abituati a portare la squadra qui per disputare le amichevoli. Nel calcio esiste la superstizione», ha detto sorridendo il Gale, «e anche noi allenatori la prendiamo in seria considerazione. Le cose giravano bene, i risultati erano positivi ed era fissa per noi la tappa di San Salvo», ha sottolineato il tecnico più amato dai tifosi pescaresi. Galeone si è poi soffermato a parlare del calcio ai tempi del Covid-19. «Speriamo si possa tornare a giocare nei vari campionati senza problemi e infortuni. Sicuramente avranno studiato al meglio la situazione e preso le giuste precauzioni. In Germania, d’altronde, sono già ripartiti e lì il contagio si era presentato qualche settimana dopo rispetto all’Italia. Questo lascia ben sperare per la conclusione dei vari tornei», ha sottolineato. «Purtroppo sarà un calcio diverso, senza pubblico mancherà la parte migliore dello spettacolo. Giocare senza tifosi non piace ai giocatori, né agli allenatori, non piace a nessuno. Sembreranno tante amichevoli o allenamenti quotidiani. Ne trarranno beneficio soprattutto le società che hanno una rosa più ampia, ancora di più con la nuova regola delle cinque sostituzioni. È chiaro», ha concluso Galeone «che squadre con una panchina lunga e giocatori di grande spessore potrebbero avere dei vantaggi. Tanto farà anche la qualità dei singoli atleti e va tenuto conto del grande caldo che potrebbe riservare sorprese. Se il campionato non dovesse finire in un modo ‘normale’ sarebbe meglio non assegnare il titolo e bloccare le retrocessioni». (t.s.)
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