I 5 top club rassegnati: la serie A finisce qui

18 Aprile 2020

I presidenti delle società (fra le quali l'Acqua&Sapone Unigros) constatano le divergenze nel Direttivo e dicono no ai giochi di potere. E dettano le condizioni per le iscrizioni al torneo del prossimo anno

PESCARA. Stop al campionato di serie A di Calcio a 5 (Futsal). A dare il colpo finale sono stati i presidenti dei cinque club che avevano dato la loro disponibilità alla prosecuzione della stagione 2019/2020. E cioé: Italservice Pesaro, l'abruzzese Acqua&Sapone Unigros, Real Rieti, Came Dosson e Sandro Abate.

Collegati in audioconferenza e constatate le divergenze tra i vari consiglieri del Direttivo, le cinque socità hanno deciso di fermarsi perché, come si legge in una nota, "non interessate ad alcun tipo di “giochi di potere” che danneggerebbero l'immagine di questo sport e non sarebbero rispettose di chi ha fatto e continua a fare enormi sacrifici per portare avanti il movimento".

Gli stessi club hanno annunciato che presenteranno la loro domanda di partecipazione alla stagione 2020/2021 solo a determinate condizioni: controllo scrupoloso di garanzia sull'ammontare dei contratti depositati in Divisione; controlli periodici sui pagamenti degli emolumenti mensili da parte degli organi preposti;  una serie A con un numero di squadre partecipanti NON superiori alle 16 unità; aumento dell'ammontare della garanzia fideiussoria o incremento della tassa d’iscrizione.

“In quanto uomini di sport", continua la nota congiunta, " sempre pronti a sostenere una disciplina che già di per sé deve fare i conti con una serie di problematiche, un numero considerevole di pregiudizi, oltre all’impossibilità di avere una Lega propria, i presidenti delle cinque società sopracitate puntualizzano – a scanso d’equivoci – che è legittimo in questo momento dare priorità alla salvaguardia della salute dei calcettisti, ma ritiene altresì prematuro ed affrettato l’atteggiamento assunto da determinate realtà, che ancor prima di analizzare l’andamento dell’emergenza sanitaria e la sua evoluzione complessiva, hanno scelto la strada della chiusura anticipata”.