L’Inter e l’Atalanta in vetta Milan-Juve, pari tra i fischi

24 Novembre 2024

Prova di forza dei nerazzurri a Verona. La squadra di Gasperini vince a Parma  Al Meazza partita deludente e il pubblico non ci sta. Fonseca: «Sì, gara noiosa»

Incubo Verona, cinquina Inter che sale in vetta alla classifica insieme all’Atalanta in attesa delle gare di oggi. Grandinata di reti per la squadra di Simone Inzaghi al Bentegodi. Un quarto d'ora di partita vera, poi un assolo, un autentico monologo per l'Inter capace di realizzare cinque reti nella sola prima frazione. Un divario assoluto, ma resa del Verona inspiegabile dopo la prima rete subita. Perchè, per assurdo, è l'Hellas a sfiorare per prima il vantaggio ma poi, dopo la rete di Correa, l'Inter fa il bello e cattivo tempo. Una sorta di allenamento per i campioni d'Italia che sbancano Verona senza eccessiva fatica. Inter senza Lautaro, influenzato, e Calhanoglu infortunato, è Correa che forma con Thuram il tandem d'attacco. Avvio a dir poco frizzante. Belahyane scalda i riflessi di Sommer, poi Tengstedt spacca la traversa della porta di Sommer. Ma l'Inter reagisce alla grande. Correa di testa fa le prove generali del gol cogliendo la parte alta della traversa di Montipò, poi spettacolare l'azione del vantaggio. De Vrji spacca il pressing e cerca Correa, velo per Thuram che chiude il triangolo e colpo sotto dell'argentino a mandare in visibilio i tifosi nerazzurri. Ma l'Inter non è sazia e raddoppia di lì a poco con Thuram che salta Montipò e fa il bis. Difesa del Verona imbarazzante. Altra imbucata centrale, difesa schierata male e Thuram copia e incolla l'azione precedente per la propria doppietta personale. Non c'è più partita, l'Inter gioca sul velluto, il Verona è già sotto la doccia. Alla mezz'ora è poker, Aslani per De Vrij che gira con il destro e fulmina Montipò. Alla festa si iscrive anche Bisseck. Basta e avanza, nella ripresa niente di particolare. E lo 0-5 induce il presidente Setti a mandare il Verona in ritiro a oltranza. Simone Inzaghi a fine gara afferma di essere «favorevolmente sorpreso dalla prova dei ragazzi. Non era facile e hanno reso semplice questa partita. Correa? Si sta allenando bene dal 13 luglio. Sappiamo che ci sono tanti compagni e la concorrenza è grande, ma prima dell'altra sosta a Roma è entrato e ho pensato di farlo giocare per poi cambiare idea. Stavolta non ho avuto dubbi».
Anche Dea in testa. Vetta tutta nerazzurra in serie A. Dopo la cinquina dell’Inter arriva il tris dell’Atalanta, che sconfigge 3-1 il Parma in un match dominato e griffato dalle grandi firme di Gasperini: apre Retegui (12° gol) e chiude Lookman, che si era visto annullare due reti. Domina sin dal via la Dea, che annichilisce una rivale troppo disattenta nella fase difensiva.
Milan-Juve. Meno di un mese fa, sempre a San Siro, la Juve e l'Inter regalarono ai tifosi una partita show, con otto gol, magari anche tanti errori difensivi, ma di sicuro divertimento. Quella contro il Milan, invece, è la copia opposta. Partita lenta, dai ritmi bassi, scadente dal punto di vista tecnico. Così al 90', decretato lo 0-0 tra Milan e Juve, piovono copiosi i fischi dagli spalti. La prestazione è inaccettabile per i tifosi che hanno riempito San Siro. Quando il Milan va sotto la Curva Sud per salutare il pubblico viene bersagliato una seconda volta dal disappunto e dai fischi. È un pareggio che non va giù ai tifosi, ma che evidentemente non dispiace ai protagonisti in campo. Così il Milan evita una sconfitta che avrebbe affossato la stagione, ma è a 9 punti dalla vetta. La Juventus, in piena emergenza infortuni, è a -3 dalla vetta aspettando poi i verdetti delle altre del gruppone di testa. «Avrei fischiato anche io. È stata una delle partite più noiose della mia carriera. Nessun rischio, gioco lento. E se fossi stato sugli spalti avrei fischiato anche io», il commento di Paulo Fonseca, allenatore del Milan.
«Mi porto a casa un punto per dare continuità a un lavoro che stiamo facendo. È un punto molto positivo», ha detto Thiago Motta, tecnico della Juve. «Al di là di chi gioca la squadra è sempre compatta, mettono gli obiettivi personali dietro a quelli del gruppo».
Roberto Di Candio