Luca Palmiero, centrocampista del Pescara, classe 1996

IL NUOVO REGISTA

Palmiero, il “professore” è già il faro del Pescara 

L’erede di Brugman, di proprietà del Napoli, al centro del progetto di Zauri. I suoi ex allenatori Saurini e Grassadonia: «Ha testa e tecnica per affermarsi»

PESCARA . Il duro compito di non far rimpiangere Gaston Brugman. L’erede designato è Luca Palmiero, centrocampista di proprietà del Napoli che dovrà prendere per mano il Pescara. In coppa Italia contro il Mantova, il 23enne nato a Mugnano ha già dato un piccolo saggio delle sue qualità. Al quinto anno tra i professionisti dopo le esperienze con Paganese, Akragas e Cosenza, dove è stato protagonista negli ultimi due anni della promozione in B e della salvezza dei calabresi, in riva all’Adriatico deve compiere il salto di qualità. Rispetto a Brugman ha caratteristiche più difensive, ma nel palleggio e nella gestione del gioco ha la stessa autorevolezza dell’uruguaiano. Secondo il ds biancazzurro Antonio Bocchetti, compagno di squadra a Pagani nel 2015-16, Palmiero ha le carte in regola per rimpiazzare Brugman. Non hanno dubbi nemmeno Giampaolo Saurini, suo tecnico nella Primavera del Napoli, e Gianluca Grassadonia che lo ha allenato alla Paganese. «Palmiero viene da due ottime stagioni a Cosenza», dice Saurini, ex attaccante di Lazio, Brescia e Atalanta, «ora deve completare il percorso di maturazione. È un playmaker puro, ha un’ottima tecnica e sa dettare divinamente i tempi di gioco. A livello tattico, è più disciplinato di Brugman, che però ha capacità di inserimento e finalizzazione superiori. Inoltre, Luca è un ragazzo eccezionale». Un pensiero condiviso da Grassadonia. «A Pagani all'inizio era un po’ spaesato», racconta l'ex allenatore del Foggia, «era giovanissimo e non aveva ancora la personalità per fare il playmaker. Ha fatto fatica, poi è stato bravo a non abbattersi ed è riuscito a disputare una bellissima seconda parte di stagione da mezzala. Mi ha chiesto lui di provarlo in quella posizione, ma per me resta un playmaker. È un calciatore affidabile, vede la giocata prima degli altri e, nonostante non abbia una grande fisicità, sa prendere per mano la squadra. Un trascinatore». La caparbietà è un altro punto di forza di Palmiero che, ovunque, è diventato un leader guadagnandosi i gradi di capitano (o perlomeno vice). Fidanzato con Emilia, studentessa di medicina, tifoso del Napoli e appassionato di musica (Guè Pequeno e Pino Daniele i suoi cantanti preferiti), da bambino ammirava l’ex milanista Albertini e l’ex juventino Marchisio. Ha ereditato la passione per il calcio da papà Michele, ex giocatore dilettante con qualche presenza in C nella Juve Stabia. Il ds del Napoli Cristiano Giuntoli e il suo agente Vincenzo Pisacane, che ha ottimi rapporti con il Delfino, hanno deciso di mandarlo a Pescara per la definitiva consacrazione. Eppure, Piero Braglia avrebbe fatto carte false per trattenerlo. Cosenza era diventata la sua seconda casa, tanti amici e un rapporto speciale con tifosi e compagni. Lo chiamano il professore. L’anno scorso ha spopolato sul web un video girato nello spogliatoio con Luca che sfilava nei panni di “Padre natura”, parodia di “Madre natura” programma Ciao Darwin. «Palmiero a centrocampo canta e porta la croce, è sublime», ha detto Braglia tempo fa. Ma per quest’anno se lo godrà Luciano Zauri.

©RIPRODUZIONE RISERVATA