Rally, Gianluca e Rocco Sbaraglia: si riaccende la sfida in famiglia

Dal 25 aprile il campione teatino di rally, Gianluca, gareggerà contro il figlio Rocco: spettacolo assicurato
CHIETI. «L’obiettivo è quello vincere per il terzo anno di fila il campionato italiano Cross Country Rally». Idee chiare per il pilota teatino Gianluca Sbaraglia, che pochi mesi fa ha partecipato alla prestigiosa Dakar insieme al figlio Rocco, 22enne, anche lui al via nel campionato dove proverà a spodestare il padre. Una sfida a distanza, contrassegnata però da un legame inossidabile. Il 25-26 aprile il torneo targato Aci Sport partirà con la 15° Italian Baja di Primavera - Artugna Race in Friuli Venezia Giulia. La prima sfida all’interno di un circuito che a maggio (16 e 17) si sposterà in Sardegna nel Rally Raid vicino Sassari. «Si tratta di prove selettive, a cronometro, per la quale vincerà chi saprà percorrere il tragitto nel minor tempo possibile», prosegue Gianluca Sbaraglia. «Ho cambiato il motore e mi auguro che mi dia più affidabilità per chiudere l’anno. Siamo circa trenta macchine in gara, la competizione si fa sempre più dura e, tra i vari competitor, quest’anno credo che anche mio figlio Rocco potrebbe puntare al titolo. L’anno scorso ha chiuso al terzo posto, ma ora compete anche come under 25 e ha le carte in regola per fare bene».
Indubbiamente l’esperienza accumulata dal giovane Rocco a Dakar, dove è riuscito a tagliare il traguardo conquistando la tanto agognata medaglia, lo mette nelle condizioni di poter essere uno dei possibili favoriti. «Dalla Dakar, oltre all’esperienza unica, credo di esserne tornato più convinto nei miei mezzi», racconta Rocco. «Sono diventato più professionale, ora so guardare oltre ad una difficoltà per trovare una rapida soluzione, mettendoci più testa ed essendo più focalizzato. Sono in gara con una Suzuki Gran Vitara passo lungo, è un buon veicolo e spero tanto di poter fare bene e, perchè no, di vincere il campionato». Una determinazione sicuramente ereditata in famiglia, ma rafforzata dai risultati già ottenuti nella pur breve carriera. Il tutto mentre all’Università di Chieti il giovane Sbaraglia sta terminando il percorso accademico in Scienze Motorie, con una tesi proprio sui dati raccolti nel deserto sulla base delle sollecitazioni della Dakar sul corpo del pilota. «La tesi procede bene, con il mio relatore abbiamo raccolto tutti i dati e credo che, dopo Pasqua, inizieremo ad esaminarli. L’obiettivo è quello di laurearmi il prossimo anno, casomai da campione italiano». Intanto lo scorso 28 marzo l’ateneo teatino l’ha premiato in occasione dell’undicesima edizione del tour universitario motivazionale “Non ci ferma nessuno”: il rettore Stuppia, consegnandoli il riconoscimento per la sua esperienza sportiva e tra i migliori studenti, di fatto lo ha reso anche ambasciatore di questa iniziativa per gli anni futuri.
Tornando in pista, si riaccende la sfida a distanza, dunque. A Dakar, all’arrivo di Rocco al traguardo, c’era un commosso Gianluca, felice e orgoglioso di vedere suo figlio raggiungere un risultato così difficile e pieno di intoppi. Tra due settimane, una volta entrati nel rispettivo abitacolo e accesi i motori, saranno due rivali per un titolo, che forse potrebbe restare sempre a casa Sbaraglia nel quartiere di Filippone a Chieti. «Questo sport ci ha uniti tantissimo ed è un orgoglio da padre vedere un figlio seguire le proprie orme», ha dichiarato Gianluca qualche settimana fa al nostro giornale. «Nel 2026 vogliamo riprovare insieme la Dakar, sperando che questa volta anche io possa tagliare il traguardo. Intanto pensiamo al campionato italiano e a fare bene, divertendoci». ©RIPRODUZIONE RISERVATA