L'attaccante biancazzurro Matteo Brunori (classe 1994)

PESCARA FUORI DALLA ZONA PLAY OFF

Rimonte e rimpianti, bruciati dieci punti 

Contro Spezia e Juve Stabia i biancazzurri in vantaggio e ribaltati, con la Cremonese e il Venezia acciuffati nel finale

PESCARA. I rimpianti superano i sogni. Il Pescara, dopo aver inanellato una serie di risultati positivi, andando a sfiorare anche il secondo posto, è incappato nel mese nero. L’ultima vittoria risale al 9 novembre, al Castellani di Empoli. Una gara perfetta quella dei biancazzurri che, con quei tre punti, erano saliti al quarto posto a due passi dalla zona serie A diretta. Nel giro di un mese, però, una pericolosa flessione ha portato la squadra di Zauri fuori dalla zona play off. In un mese, infatti, il Delfino ha racimolato la miseria di due punti. Tuttavia, dei biancazzurri, l’aspetto che preoccupa maggiormente non riguarda solo l’aver dilapidato un buon margine in classifica ed essere finiti al nono posto, ma la modalità con la quale Memushaj e soci hanno gettato all’aria dei punti preziosissimi.

Luciano Zauri

Il Delfino, infatti, si è laureato campione delle rimonte subite. I blackout in campo della squadra di Zauri hanno prodotto un -10 punti pericolosissimo in chiave play off. In quattro gare, quasi il 30% delle partite giocate in campionato, i biancazzurri hanno gettato all’aria vittorie dopo essere andati in vantaggio. Il festival delle distrazioni fatali è iniziato il 19 ottobre, all’Adriatico, contro lo Spezia.
Pescara avanti grazie ad una fiammata di Machìn, su assist del solito Memushaj, e, poi, riacciuffato da una rete di Bartolomei e messo in ginocchio da un gol di Sveinn Aron Gudjohnsen a poco più di un quarto d’ora dalla fine. Subito dopo c’è la pronta riscossa con il Benevento, con il poker di reti alla capolista sannita, ma è solo un fuoco di paglia. Il 29 ottobre, allo stadio Menti di Castellammare di Stabia, di nuovo un’altra amnesia fatale al Delfino. Galano porta avanti il Pescara nella tana della Juve Stabia, ma, poi, come era capitato con lo Spezia, il solito copione: pareggio e gol del ko, con le firme dei gialloblù Forte e Canotto. Poi la parentesi toscana, contro Pisa ed Empoli, e il Delfino si riprende alla grande con due vittorie schiaccianti. Ma ecco che si risale di nuovo sulle montagne russe nella gara interna con la Cremonese (22 novembre). Gara non adatta agli esteti del calcio, che consegna il vantaggio al Pescara grazie ad un sigillo di Galano. Anche in questo caso, però, arriva la beffa quando, al 90’, Migliore inchioda i biancazzurri sull’1-1. Altri punti gettati all’aria, che, due settimane dopo, vanno sommati ai due punti sfumati con il Venezia. Sabato il Pescara l’ha combinata grossa: 2-0 con Machìn e Galano, ma l’atteggiamento rilassato, rinunciatario e, a tratti, irritante ha consegnato coraggio e gol al Venezia. I lagunari hanno prima accorciato e poi pareggiato a un minuto dalla fine, con entrambe le marcature firmate da Aramu.
Altri due punti persi, che, sommati agli altri sfumati nelle precedenti tre gare, fanno dieci. Troppi, davvero troppi, per una squadra che vuole e deve ambire ai play off. Ci sono poi due curiosità. In queste quattro gare incriminate sono sempre andati a bersaglio Galano e Machìn, ovvero i due principali marcatori dei biancazzurri e in tutte tra i pali c’era Elhan Kastrati, colpevole nella gara contro il Venezia nel primo gol di Aramu. Sabato c’è la trasferta di Frosinone. Serve una scossa, perchè un altro passo falso potrebbe scatenare ulteriormente le ire del presidente Sebastiani. E Zauri sa a cosa andrebbe incontro...
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