Il tiro di Sansovini parato al 93' dal portiere del Parma (foto Luciano Adriani)

Teramo, che rabbia: Sansovini spreca al 93’ il gol della salvezza

Il Parma domina il primo tempo, poi concede campo al Diavolo che non ne approfitta: è alla quarta partita di fila senza segnare

TERAMO. Forse era l’ultimo treno per la salvezza diretta. È passato al 93’ e il macchinista era Marco Sansovini, non uno qualunque. Invece quel treno ha deragliato malamente: Sansovini tutto solo davanti al portiere avversario ha strozzato a lato un destro da principiante, sancendo uno 0-0 che, salvo miracoli all’ultima giornata, condanna il Teramo a giocare i playout. La sconfitta del Mantova a Modena - altro che “biscotto”... - lascia ancora qualche speranza al Diavolo, che in realtà, però, domenica dovrà andare a vincere a Salò soprattutto per evitare di essere sorpassato da Forlì e Fano (vittoriose entrambe ieri), il che significherebbe giocare gli spareggi-salvezza in posizione di svantaggio.
L’orizzonte appare buio soprattutto perché il Teramo ha la forza d’urto di un moscerino. La squadra, che Ugolotti ha reimpostato in chiave difensivistica e che non prende più gol facilmente, per converso non sa più segnare. Quella di ieri è stata la quarta partita di fila conclusa senza andare a segno e il dato dice tutto, al netto della rete ingiustamente annullata a Speranza a Macerata. Strana partita, quella con il Parma. Nel primo tempo gli emiliani hanno dominato, mostrando una superiorità tecnico-tattica, ma anche atletica, a tratti imbarazzante. La buona sorte ha aiutato il Teramo ad arrivare indenne all’intervallo soprattutto al 18’, quando su una punizione dalla trequarti si è scatenata davanti alla porta biancorossa - con Narciso a terra per un colpo - una serie mai vista di tentativi degli ospiti: uno ciccato da Baraye, uno mandato sulla traversa da Munari, due ribattuti e l’ultimo fuori. Al 28’ il guardalinee ha annullato per fuorigioco un gol di Scavone, al 41’ Sales ha ribattuto un tiro di Calaiò da ottima posizione. Il Teramo era timido e impotente, non ripartiva mai veloce e sparava palloni lunghi per le punte senza accompagnarle. La scelta di mettere Carraro in fascia (prima a sinistra, dalla mezz’ora a destra) è stata infelice, aggravando la già nota mancanza di sprint della squadra.
Al rientro in campo, era stranamente cambiato tutto. Parma remissivo, Teramo all’assalto. Il primo tiro dei biancorossi è stato di Di Paolantonio al 7’ (alto), poi Ugolotti ha inserito il duo Masocco-Fratangelo passando al 4-3-3 con Sansovini punta centrale tra Fratangelo e Di Paolantonio. “Il sindaco” al 18’ con un diagonale da posizione molto difficile ha costretto Frattali all’unico vero intervento della sua domenica e sugli sviluppi Masocco è stato anticipato da un difensore. Il forcing biancorosso ha poi perso ritmo e lucidità, la squadra si è allungata e il Parma tra il 23’ e il 26’ ha avuto due grosse palle-gol con Calaiò (murato in uscita da Narciso) e Baraye (deviazione volante ravvicinata di un soffio a lato). Ugolotti ha inserito Tempesti all’ala destra, mandando Fratangelo sull’out opposto e Di Paolantonio in mezzo. Il Teramo ha continuato a provarci ma andando a strappi e prendendosi grossi rischi, tanto che al 40’ l’imprendibile Baraye dopo aver seminato più biancorossi ha tirato a colpo sicuro ma ha visto il piedone di Narciso deviare la palla sul fondo.
Il finale è stato quasi da partita amatoriale, compreso un accenno di rissa originato dal fatto che, con Mazzocchi a terra per crampi, Di Paolantonio ha continuato a giocare ed è stato affrontato a brutto muso da Munari. Potevano scapparci dei cartellini rossi, l’arbitro si è limitato a due gialli. Nel recupero un clamoroso buco della difesa parmense ha aperto un’autostrada a Sansovini, che a tu per tu con Frattali lo ha graziato calciando malamente: autentica disperazione al Bonolis. Subito dopo, l’ultima ripartenza del Parma è stata sventata in extremis da Masocco.
Ora, dunque, il Teramo che non sa più segnare - e quindi vincere - è chiamato a segnare - e quindi vincere - nell’ultima di campionato. Se non lo farà potrebbe mettersi molto peggio di com’è ora.
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