Turchi, il trascinatore del Lanciano
«Abbiamo vinto a Ferrara facendo quello che ci ha chiesto il tecnico».
Il migliore in campo, il trascinatore. Manuel Turchi ha fatto la differenza al Mazza di Ferrara. D’altronde, lui ha una responsabilità in più, essendo il marito della presidente Valentina Maio. Una pressione che l’ala romana sfoga bene in campo. Una pressione di non poco conto dopo la sconfitta casalinga contro la Ternana e la relativa contestazione. La reazione della Virtus Lanciano è stata veemente: ha battuto con merito la Spal, confermando l’imbattibilità in trasferta dove ha collezionato due vittorie (in Emilia, a Reggio e a Ferrara) e cinque pareggi. I problemi sorgono in casa dove domenica arriverà il Taranto, reduce dal passo falso di Portogruaro, e non ci sarà Sacilotto, squalificato. In compenso rientreranno Di Cecco e Colussi.
Turchi come va letta la vittoria di Ferrara?
«Nella maniera più semplice. Abbiamo fatto quello che ci ha chiesto l’allenatore. Abbiamo applicato alla lettera le sue direttive. E in campo siamo stati compatti e uniti. La vittoria è stata meritata, più di quanto possa far credere lo 0-1».
E’ stata una risposta alla contestazione?
«Più che altro a noi stessi. Lo dovevamo ai tifosi, certi, ma è servita al gruppo. Al morale».
Ferrara può essere il bivio della stagione?
«Me lo auguro, serve continuità di risultati. Domenica ci sarà il Taranto al Biondi, vincendo faremmo un bel balzo in avanti in classifica».
Lei continua a esprimersi a grandi livelli.
«E’ importante confermarmi, è fondamentale avere continuità a certi livelli. In passato, ho avuto troppi alti e bassi, legati a tante vicissitudini».
Si è chiusa una settimana particolare per la Virtus Lanciano. Lei come l’ha vissuta?
«Come un giocatore che non riesce a conquistare un risultato positivo».
O come il marito della presidente delusa dalla prestazione della squadra?
«No, penso come un calciatore, non come un dirigente. Certo, mi fa male vedere la gente scontenta attorno a me. Da mia moglie a mio suocero, passando per mio cognato. Mi dispiace sentire le contestazioni. Spero che il successo di Ferrara metta a tacere certe tensioni. Noi abbiamo bisogno della spinta del pubblico. Domenica al Mazza c’era circa 50 tifosi al seguito, incitamento dall’inizio alla fine. Spettacolare. Li avrei voluti ringraziare ad uno ad uno. Mi auguro che la Virtus Lanciano ritrovi il connubio con il suo pubblico, è fondamentale. Per riuscirci servono prestazioni convincenti e vittorie».
L’asticella degli obiettivi dov’è situata?
«La squadra è buona, possiamo fare bene. Ma appunto per questo motivo io preferisco vivere alla giornata. Il campionato si deciderà nell’ultimo mese: a seconda dei risultati delle ultime quattro-cinque gare puoi passare dalla zona play off alla zona play out».
Bene in trasferta, non altrettanto al Biondi.
«I numeri dicono questo. Non so che cosa ci prende. Non so se ci pesa la responsabilità di dover vincere. Forse, è anche colpa della paura nell’azzardare qualche giocata. Non lo so. Però, il gruppo c’è, lo abbiamo dimostrato a Ferrara».
Turchi come va letta la vittoria di Ferrara?
«Nella maniera più semplice. Abbiamo fatto quello che ci ha chiesto l’allenatore. Abbiamo applicato alla lettera le sue direttive. E in campo siamo stati compatti e uniti. La vittoria è stata meritata, più di quanto possa far credere lo 0-1».
E’ stata una risposta alla contestazione?
«Più che altro a noi stessi. Lo dovevamo ai tifosi, certi, ma è servita al gruppo. Al morale».
Ferrara può essere il bivio della stagione?
«Me lo auguro, serve continuità di risultati. Domenica ci sarà il Taranto al Biondi, vincendo faremmo un bel balzo in avanti in classifica».
Lei continua a esprimersi a grandi livelli.
«E’ importante confermarmi, è fondamentale avere continuità a certi livelli. In passato, ho avuto troppi alti e bassi, legati a tante vicissitudini».
Si è chiusa una settimana particolare per la Virtus Lanciano. Lei come l’ha vissuta?
«Come un giocatore che non riesce a conquistare un risultato positivo».
O come il marito della presidente delusa dalla prestazione della squadra?
«No, penso come un calciatore, non come un dirigente. Certo, mi fa male vedere la gente scontenta attorno a me. Da mia moglie a mio suocero, passando per mio cognato. Mi dispiace sentire le contestazioni. Spero che il successo di Ferrara metta a tacere certe tensioni. Noi abbiamo bisogno della spinta del pubblico. Domenica al Mazza c’era circa 50 tifosi al seguito, incitamento dall’inizio alla fine. Spettacolare. Li avrei voluti ringraziare ad uno ad uno. Mi auguro che la Virtus Lanciano ritrovi il connubio con il suo pubblico, è fondamentale. Per riuscirci servono prestazioni convincenti e vittorie».
L’asticella degli obiettivi dov’è situata?
«La squadra è buona, possiamo fare bene. Ma appunto per questo motivo io preferisco vivere alla giornata. Il campionato si deciderà nell’ultimo mese: a seconda dei risultati delle ultime quattro-cinque gare puoi passare dalla zona play off alla zona play out».
Bene in trasferta, non altrettanto al Biondi.
«I numeri dicono questo. Non so che cosa ci prende. Non so se ci pesa la responsabilità di dover vincere. Forse, è anche colpa della paura nell’azzardare qualche giocata. Non lo so. Però, il gruppo c’è, lo abbiamo dimostrato a Ferrara».