Valle del Giovenco, un tuffo nella gloria
I biancoverdi pareggiano a Gela e conquistano la terza promozione in cinque anni.
GELA. Applausi, soltanto applausi per la Valle del Giovenco. Ha conquistato la terza promozione negli ultimi cinque anni. E lo ha fatto in una bolgia di pubblico e di passione. Alla fine i giocatori marsicani sono usciti dal campo tra gli applausi dello stadio che ha riconosciuto la superiorità di una squadra che si è aggiudicata i play off contro ogni pronostico. E che ha costruito la promozione in Prima divisione attraverso imprese fuori casa, su campi impossibili: a Catanzaro, in semifinale, e a Gela, in finale. Ha pareggiato al Presti, ieri, dopo aver vinto all’andata. Un capolavoro, quello confezionato dai marsicani, davanto a oltre quattromila persone che hanno trasformato lo stadio in un catino bollente. La forza dei nervi distesi della Valle del Giovenco ha avuto la meglio sulla carica agonistica e nervosa del Gela.
Si è imposta la squadra che ha giocato meglio al calcio. Lo ha fatto con autorità e consapevolezza nei propri mezzi. Senza mai perdere il controllo dei nervi, nonostante le ripetute provocazioni. La Valle del Giovenco si è difesa con ordine, forte del vantaggio dell’andata siglato da Berra. Ha aspettato il Gela e poi è ripartito in contropiede. Ha pressato i padroni casa nella propria metà campo, invitandoli ai lanci lunghi, pane per i denti di Petitto e Blanchard, i centrali difensivi. Ha inaridito le fonti del gioco gelese, coprendo bene le fasce. Lo ha fatto schierandosi con un 4-1-4-1 in cui Giordano si è messo davanti al pacchetto arretrato a fare legna. Il Gela ha giocato con i nervi a fior di pelle. Senza lucidità che, invece, è stata la forza dei marsicani. Che hanno sfruttato con un cinismo unico la prima palla gol offerta da una partita poco tecnica e molto agonistica.
Al 31’ il morso del Cobra Bettini è stato letale e ha ammutolito uno stadio tinto di biancazzurro. Terzo gol nei play off per il centravanti romagnolo, quello decisivo, quello che ha mandato in estasi i 30 tifosi abruzzesi al seguito. Una botta tremenda per il Gela che ha faticato a riorganizzarsi. La Valle del Giovenco ha avuto l’occasione del ko con Cruciani che ha colpito l’incrocio dei pali. Ripresa ancor più caotica del primo tempo. Gela all’assalto, marsicani sulla difensiva. Tanti palloni in area, ma nessun pericolo concreto. E allora è salito in cattedra l’arbitro che ha visto un gomito alzato in barriera, al 13’, e ha assegnato il rigore trasformato da Franciel.
Fuori Giordano per infortunio e dentro Pietrobattista, l’1-1 non ha modificato l’atteggiamento della Valle del Giovenco che ha continuato a giocare con tranquillità facendo girare la palla e mandando in crisi il dispositivo del Gela. Finale concitato, ma il bunker eretto da Carlo Perrone ha tenuto bene e alle ore 18 del 21 giugno i marsicani hanno potuto festeggiare la storica promozione in Prima divisione in uno stadio ammutolito e depresso. Un’impresa da applausi.
Si è imposta la squadra che ha giocato meglio al calcio. Lo ha fatto con autorità e consapevolezza nei propri mezzi. Senza mai perdere il controllo dei nervi, nonostante le ripetute provocazioni. La Valle del Giovenco si è difesa con ordine, forte del vantaggio dell’andata siglato da Berra. Ha aspettato il Gela e poi è ripartito in contropiede. Ha pressato i padroni casa nella propria metà campo, invitandoli ai lanci lunghi, pane per i denti di Petitto e Blanchard, i centrali difensivi. Ha inaridito le fonti del gioco gelese, coprendo bene le fasce. Lo ha fatto schierandosi con un 4-1-4-1 in cui Giordano si è messo davanti al pacchetto arretrato a fare legna. Il Gela ha giocato con i nervi a fior di pelle. Senza lucidità che, invece, è stata la forza dei marsicani. Che hanno sfruttato con un cinismo unico la prima palla gol offerta da una partita poco tecnica e molto agonistica.
Al 31’ il morso del Cobra Bettini è stato letale e ha ammutolito uno stadio tinto di biancazzurro. Terzo gol nei play off per il centravanti romagnolo, quello decisivo, quello che ha mandato in estasi i 30 tifosi abruzzesi al seguito. Una botta tremenda per il Gela che ha faticato a riorganizzarsi. La Valle del Giovenco ha avuto l’occasione del ko con Cruciani che ha colpito l’incrocio dei pali. Ripresa ancor più caotica del primo tempo. Gela all’assalto, marsicani sulla difensiva. Tanti palloni in area, ma nessun pericolo concreto. E allora è salito in cattedra l’arbitro che ha visto un gomito alzato in barriera, al 13’, e ha assegnato il rigore trasformato da Franciel.
Fuori Giordano per infortunio e dentro Pietrobattista, l’1-1 non ha modificato l’atteggiamento della Valle del Giovenco che ha continuato a giocare con tranquillità facendo girare la palla e mandando in crisi il dispositivo del Gela. Finale concitato, ma il bunker eretto da Carlo Perrone ha tenuto bene e alle ore 18 del 21 giugno i marsicani hanno potuto festeggiare la storica promozione in Prima divisione in uno stadio ammutolito e depresso. Un’impresa da applausi.