PESCARA-CHIEVO
Zauri fa fuori Memushaj e rilancia Fiorillo in porta
Rottura con l’albanese: non convocato dopo il battibecco di giovedì a Livorno
PESCARA. Niente sconti, Luciano Zauri punisce Ledian Memushaj e lo lascia a casa. Il centrocampista paga con l’esclusione lo sfogo di Livorno e oggi salterà la gara casalinga contro il Chievo (fischio d’inizio ore 12,30). La lite era scoppiata a otto minuti dalla fine del match di giovedì scorso allo stadio Picchi, quando Zauri ha sostituito Memushaj con Crecco e l’albanese si è lamentato in modo plateale. L’allenatore gli ha risposto per le rime («abbi almeno rispetto dei tuoi compagni») salvo poi minimizzare l’accaduto al termine dell’incontro.
«Sono cose che succedono, nessun giocatore vuole uscire dal campo, ho fatto una scelta e per me è finita lì». Invece, ieri Memushaj non ha partecipato alla rifinitura e non è stato convocato. La frattura tra i due è netta e dopo la partita di Livorno non c’è stato nessun confronto. Il gelo assoluto ha spinto Zauri a lasciare a casa uno dei calciatori più rappresentativi del Delfino (165 presenze in biancazzurro, nessuno in rosa ne ha di più) che negli ultimi due mesi ha indossato la fascia di capitano al posto di Fiorillo. A proposito, contro il Chievo il portiere tornerà tra i pali dopo l’infortunio alla mano sinistra (26 ottobre nella sfida con il Benevento). Tornando a Memushaj, nei prossimi giorni bisognerà seguire i risvolti con estrema attenzione. Da quello che trapela la società ha appoggiato la scelta dell’allenatore, anche perché dal calciatore non è arrivato alcun segnale di pentimento. Nessuna parola né nei confronti di Zauri né tantomeno verso i compagni. Dunque, a poche ore dall’ultima partita del 2019 l’atmosfera è tutt’altro che serena. In particolare, tra alcuni esponenti della vecchia guardia e il tecnico marsicano il feeling non sembra essere dei migliori. Zauri si è dimostrato ancora una volta inflessibile confermando la linea dura utilizzata nei confronti di Bruno e Del Grosso, gli altri due senatori con i quali ha avuto screzi in passato. Ora sarà interessante capire l’evoluzione e, se le cose non cambieranno, non è escluso che Memushaj possa finire sul mercato. Sarebbe un epilogo clamoroso per una delle colonne della squadra che ha altri due anni e mezzo di contratto con il Delfino. Oggi, dopo la partita, se ne saprà di più, visto che ieri non si è svolta la consueta conferenza stampa della vigilia. Sarebbe stata un’occasione propizia per approfondire la questione in vista di un match delicato per il cammino del Pescara. Zauri sfida il suo passato. Quando era calciatore, proprio con il Chievo nel torneo di B 1997-98 Zauri disputò la sua prima stagione da protagonista dopo il debutto in A con l’Atalanta nel campionato precedente. I nerazzurri lo mandarono in prestito al Chievo, allora guidato da Silvio Baldini, e Zauri collezionò 26 presenze.
Le scelte. Si profilano tre cambi rispetto alla gara di Livorno. In porta rientra Fiorillo, in difesa a sinistra Masciangelo sostituisce Del Grosso che ha giocato titolare nelle ultime due gare, e in mediana Kastanos prende il posto di Memushaj. Oltre a quest’ultimo non sono stati convocati Cisco, Ingelsson e Campagnaro.
In memoria di Mario Giacomi. Intorno a mezzogiorno il Pescara Club Donne Biancazzurre presieduto da Nella Grossi e il Coordinamento Amici del Chievo Verona s’incontrano nella sala stampa dello stadio Adriatico per il tradizionale scambio delle sciarpe in memoria di Mario Giacomi, l’ex portiere del Pescara scomparso il 9 marzo 1977, stagione della promozione in A dei biancazzurri di Giancarlo Cadè. Giacomi era tornato a Verona per la morte di un fratello e durante la notte che precedeva il funerale morì insieme a Gianni, un altro fratello, entrambi asfissiati dall’ossido di carbonio fuoriuscito da una caldaia. Il Club Donne biancazzurre consegnerà al gruppo del Chievo un mazzo di fiori che verrà portato sulla tomba di Mario Giacomi, ex portiere del Verona cresciuto nel quartiere Chievo. Il rituale tra i gruppi si ripete ogni anno dal 1978 sia con i tifosi del Chievo che con quelli dell’Hellas.
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