TERAMO
Agente quasi strangolato da un detenuto in carcere, lo salvano i colleghi
L'ennesimo episodio di violenza denunciato dai sindacati di polizia penitenziaria: "Si tratta di un soggetto noto, ora è urgente che venga trasferito"
TERAMO. Un agente di polizia penitenziaria del carcere di Teramo ha rischiato di morire soffocato con un tentativo di strangolamento da parte di un detenuto protagonista di precedenti casi di aggressione. A denunciare l’enessimo episodio, accaduto nel tardo pomeriggio di ieri nella casa circondariale di Teramo, sono i sindacati di polizia penitenziaria. Che aggiungono: “Soltanto il pronto intervento delle esigue risorse di personale di polizia penitenziaria ha evitato lo strangolamento del collega che avrebbe di certo potuto subire conseguenze ben peggiori. Ad ogni modo il poliziotto è stato trasportato al Pronto soccorso per gli accertamenti e cure necessarie, successivamente è statodimesso con 3 giorni di prognosi”.
Il detenuto è originario della provincia di Pescara ed è ristretto in uno dei reparti di ‘media sicurezza’ perché già noto alle cronache penitenziarie. "Ha stretto la gola dell'agente dopo averlo minacciato di morte ed aver preteso l’impunità incondizionata nonostante continui imperterrito a trasgredire quotidianamente regole di disciplina e norme penali all’ interno del carcere”, denunciano i sindacati.
“Appare urgente denunciare l’immobilismo dimostrato dal superiore ufficio detenuti presso il Provveditorato interregionale Lazio Abruzzo e Molise, che da diversi giorni era stato allertato circa la situazione del detenuto aggressore – rimarcano i sindacati – Infatti, giorni addietro lo stesso si era reso protagonista di disordini e atti di violenza, che evidentemente erano motivo valido per un allontanamento dall’Istituto di Teramo ma il Provveditorato silente rigettava più volte le richieste di trasferimento inoltrate”.
Le organizzazioni sindacali “unite in intestazione chiedono l’immediato allontanamento del facinoroso in base a specifiche circolari dipartimentali e al fantomatico protocollo operativo, oramai in vigore da mesi e la contestuale rimozione del dirigente in servizio all’Ufficio trasferimenti detenuti del Provveditorato Lazio, Abruzzo e Molise. Evidentemente come in passato si nota che quanto applicato con zelo per certe situazioni in istituti ad esempio laziali, risulta sempre di difficile applicazione per altri istituti, soprattutto se del territorio abruzzese”.