Applausi alla scuola di Spazio Tre
Nel saggio finale 22 allievi hanno messo in scena lo spettacolo di Araclio
TERAMO. Tanti applausi ed entusiasmo giovedì sera nel chiostro di San Giovanni, tra le mura dell’Istituto musicale Braga, per lo spettacolo “Storia della Regina Rossana”, il saggio di fine corso degli allievi della scuola di teatro Spazio Tre del regista Silvio Araclio. Adattamento teatrale dello stesso Araclio da una sacra rappresentazione medioevale abruzzese, il saggio ha visto impegnati con bravura e grande successo in un vero e proprio tour de force 22 ragazzi, che nell’arco della stessa serata hanno affrontato tre recite alternandosi con disinvoltura nei diversi ruoli.
Questi i nomi dei giovani attori, studenti durante l’intero anno scolastico del corso di recitazione nella più antica scuola teatrale della città: Valeria Angelozzi, Chiara Bonatti, Giorgia Calandrini, Filippo Cameli, Flavia Cantoro, Emanuela Cichella, Claudia Danesi, Serena De Flaviis, Lorenzo Di Francesco, Martina Di Tommaso, Edoardo Ercadio, Davide Ferrone, Maria Filipponi, Niccolò Forcella, Mariarita Lucantoni, Francesco Petrella, Beatrice Referza, Chiara Romanelli, Valentina Sichetti, Adrian Tagliaferri, Annalisa Vella, Federico Verna.
La regia dello spettacolo teatrale è di Silvio Araclio, assistente al corso è invece Mauro Di Girolamo, mentre gli aiuti del regista sono Vincenzo Macedone ed Eugenia Rofi, i costumi sono di Bartolomeo Giusti. E’ lo stesso regista a spiegare la scelta del testo per la verifica di fine corso. «Nella raccolta sul Teatro abruzzese del Medioevo, di Vincenzo De Bartholomaeis, pubblicata dall’editore Forni nel 1924, ho voluto riadattare una rappresentazione meno nota, “La storia della Regina Rosana e di Rosana sua figliuola”», è il commento dela regista Silvio Araclio. «Questo antico testo, pur presentando l’aspetto di leggenda aurea, è attraversato da un fascino narrativo che per certi aspetti si ritroverà nella fortunata stagione del feuilleton o nelle trame avvincenti di Carolina Invernizio».
Il registra entra direttamente nel merito del suo lavoro, che ha messo al lavoro tanti ragazzi e che ha riscosso un certo successo: «Il mio adattamento ha cercato di rispettare in tutto e per tutto il testo originale, ma è stata operata tuttavia una semplificazione di alcuni passaggi, che sono stati tradotti in un italiano più popolare». Un pensiero ai giovani attori: «Va soprattutto a loro e ai bravissimi allievi il merito di aver fatto propria questa storia così avventurosa».
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