Bancarotta fraudolenta, nei guai due imprenditori di Giulianova e Roseto
Blitz a San Benedetto: rivendono alimentari non pagati e fanno fallire la società. Crac da 400mila euro
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Due imprenditori teramani, Roberto Cipolletti di Roseto, 49 anni, e Luca D’Eugenio di Giulianova, 51, sono stati arrestati su ordine di custodia cautelare emesso dal tribunale di Ascoli Piceno con l’accusa di aver causato la bancarotta fraudolenta aggravata della società Real Food Srl di San Benedetto del Tronto.
L’azienda, prima di fallire, era attiva nel commercio dei generi alimentari. L’amministratore, formalmente, era D’Eugenio, che è finito agli arresti domiciliari. Cipolletti è stato invece rinchiuso nel carcere ascolano di Marino del Tronto. La sua posizione sarebbe più grave, essendo accusato anche di truffa. Secondo quanto riferiscono in una nota guardia di finanza e squadra mobile di Ascoli, che insieme al commissariato di San Benedetto hanno condotto le indagini, «è emerso che gli indagati, acquisito il controllo della società, nel giro di qualche mese hanno perpetrato una serie di truffe commerciali nei confronti di fornitori italiani ed esteri di generi alimentari per circa 400mila euro. La merce acquistata e mai pagata veniva poi ceduta ad operatori del settore (perlopiù supermercati locali, ndr) con formale ed apparentemente regolare fattura e il corrispettivo della vendita veniva incassato in contanti dagli indagati. La società – utilizzata per introitare i guadagni delle vendite ed accumulare debiti sugli acquisti – giungeva quindi al fallimento a causa dei debiti contratti con i fornitori truffati, che vedevano impagati i titoli di credito ricevuti dagli indagati».
Ad avviare l’indagine è stata la denuncia di una ditta spagnola, che aveva venduto alla Real Food 120mila euro di olio d’oliva pagati con assegni risultati scoperti. Tra le vittime del raggiro ci sono anche ditte belghe e italiane.
Gli elementi indiziari acquisiti da guardia di finanza e polizia hanno permesso alla Procura ascolana di richiedere ed ottenere dal giudice per le indagini preliminari Giuliana Filippello l’arresto dei due teramani, ma l’esecuzione di questi arresti non dev’essere considerata la conclusione dell’inchiesta, che è stata denominata “Real fraud” (vera frode) per evidente ed ironica assonanza con il nome “Real Food”. La nota degli inquirenti si conclude infatti: «Le indagini, tuttora in corso, sono volte all’individuazione delle responsabilità di altri soggetti coinvolti nella gestione della società fallita». L’ipotesi su cui si sta lavorando è che dietro a Cipolletti e D’Eugenio ci fossero altre persone, e che addirittura fossero questi complici gli ideatori della serie di truffe e della bancarotta fraudolenta.(d.v.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA