Bellante, cicloamatore travolto da un'auto: la strada è sotto accusa

20 Novembre 2017

Forse determinante una delle tante buche della Sp 22, dove la Provincia stava per cominciare i lavori di riasfaltatura. Tutto il paese ai funerali di Loschiavo / VIDEO

BELLANTE. La morte del 28enne di Bellante Mattia Loschiavo è stata uno schiaffo in faccia per molte persone, in provincia di Teramo. Perché ha drammaticamente ricordato all’esercito di cicloamatori che ogni giorno si muove sul territorio che la loro vita, quando percorrono certe strade, è appesa a un filo. Non si tratta solo di essere un cosiddetto “utente debole” della strada, questo è un rischio automatico dell’andare in bicicletta. Il punto è che il ciclista, dalle nostre parti, deve guardarsi anche dalle condizioni precarie, se non addirittura impossibili, delle strade che percorre. Sabato mattina, sulla Sp 22 di Cologna Paese, Mattia avrebbe perso il controllo della sua bici, in un tratto in discesa, per colpa di una buca. Una delle tante che punteggiano quell’asfalto ormai logoro. E lo scarto verso l’altra corsia di marcia gli è stato fatale perché in quel momento dalla direzione opposta arrivava una Bmw che, nonostante il tentativo del guidatore di evitarlo (l’auto è finita in una scarpata), lo ha travolto.

I cicloamatori della squadra D’Ascenzo bike che erano con la vittima avrebbero reso questa testimonianza alla polizia municipale di Roseto, intervenuta sul posto per i rilievi. Sarà il pm Enrica Medori a vagliare questa versione, eventualmente ad affidarsi a dei consulenti tecnici e a decidere se in questo incidente le condizioni della strada hanno avuto un ruolo più o meno determinante. In tal caso verrebbero indagati coloro che, nell’ente Provincia, hanno in carico la manutenzione delle strade e di quella in particolare. È presto per dirlo, ma è una possibilità non remota perché molte volte, anche in provincia di Teramo, rappresentanti degli enti proprietari delle strade dove sono accaduti incidenti mortali sono finiti sotto inchiesta e poi a processo.
Una cosa rende ancor più atroce la morte di Mattia Loschiavo: la Provincia sapeva benissimo che la Sp 22 – strada strategica, perché utilizzata da chi viaggia tra Roseto e Teramo come alternativa alla Ss 16 – era a pezzi e l’ente aveva già programmato dei lavori di rifacimento dei tratti più dissestati, lavori che secondo quanto dichiarato il 13 novembre dai consiglieri provinciali Scarpantonio e Nugnes dovevano cominciare «a giorni». Forse è stato il maltempo a rimandarne l’inizio, forse l’avvio del cantiere avrebbe evitato la tragedia. O forse no. Sta di fatto che la situazione nel Teramano, ormai da anni, è questa: la Provincia, per gli scellerati tagli operati dallo Stato sugli enti locali, non ha più neanche la metà dei soldi che aveva prima per curare le proprie strade e si trova costretta a rincorrere situazioni compromesse da anni e anni di mancate manutenzioni. Da qualche tempo la Regione si è accorta del problema e fa arrivare soldi per affrontare le situazioni più gravi, ma al momento neanche questo supporto ha rappresentato una svolta. Ci vorranno anni e una pioggia di milioni per ridare una parvenza decente alla rete delle strade provinciali. Intanto, si continuerà a rischiare la vita. E intanto, oggi alle 10, a Bellante stazione si piange un giovane operaio, sportivo doc e fotografo per passione, amato dai compagni di lavoro e da quelli delle squadre di calcio e ciclismo in cui militava. Saranno in tanti a dire addio a Mattia, tradito dall’ultima buca su cui ha messo le ruote dopo averne schivate migliaia.

Folla ai funerali. La chiesa madre di Bellante non ce l'ha fatta stamattina a contenere tutto il paese accorso ai funerali di Mattia Lo Schiavo. Dopo la cerimonia, la salma è stata salutata da un lungo applauso, e mentre la sua canzone preferita (Sultans of Swing) faceva da sottofondo, centinaia di palloncini hanno colorato il cielo.
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