Detenuto muore in carcere, l’ipotesi: un boccone di traverso

2 Marzo 2025

L’uomo, 42 anni, si è sentito male mentre mangiava in cella. L’allarme dato da un altro recluso. Disposta l’autopsia, una prima ricognizione ha escluso segni di violenza sul corpo

TERAMO. A dare l’allarme è stato il compagno di cella che lo ha visto accasciarsi a terra mentre stava mangiando: Michele Venda, 42 anni, detenuto nel carcere di Castrogno dove era arrivato circa 9 mesi fa dal penitenziario di Rebibbia, è morto in pochi minuti nonostante i soccorsi immediati di operatori sanitari e agenti di polizia penitenziaria. Tra le ipotesi all’esame quella di un boccone di cibo andato di traverso che lo avrebbe soffocato. Proprio per fare chiarezza sulle cause della morte il sostituto procuratore di turno Monia Di Marco ha disposto l’autopsia che sarà eseguita domani e l’acquisizione di alcune testimonianze. 

Una prima ricognizione cadaverica esterna ha escluso ogni segno di violenza e di gesti estremi. Il dramma si è consumato in pochi attimi nella serata di venerdì, durante l’ora della cena. Poco dopo le 18 i due stavano consumando il pasto appena distribuito quando improvvisamente, così ha raccontato l’altro detenuto, Venda avrebbe iniziato a sentirsi male, cadendo dalla sedia, accasciandosi a terra e mostrando difficoltà a respirare. In pochi attimi, dopo la richiesta di aiuto dell’altro recluso, sono arrivati gli agenti di polizia e gli operatori sanitari che hanno subito soccorso il 42enne.

Ma ogni tentativo si è rivelato vano: l’uomo è morto in pochi attimi. Venda, che risulta essere nato in Ucraina da papà italiano e mamma ucraina e residente nel Lazio, era arrivato nel carcere teramano circa nove mesi fa per scontare una condanna definitiva a circa dieci anni di carcere per vari reati tra cui alcuni di natura sessuale.

L’istituto penitenziario di Castrogno attualmente ospita più di 400 detenuti a fronte della metà prevista ed è considerato uno dei più sovraffollati della regione. Un’emergenza, a cui si aggiunge il numero degli agenti dei polizia penitenziaria in servizio notevolmente inferiore a quello previsto dalla pianta organica, che si trascina ormai da anni in quello che è il contesto nazionale della criticità carceraria da tempo al centro di richieste di intervento arrivate da più parti.

Nei giorni scorsi il caso Castrogno è stato affrontato nel corso di un consiglio comunale straordinario aperto a istituzioni, forze politiche, associazioni e sindacati con l’obiettivo di lanciare proposte d’intervento. Le condizioni del carcere teramano in più occasioni sono stato oggetto di comunicazione al ministro della giustizia Carlo Nordio sollecitato a visitare il penitenziario teramano per rendersi conto personalmente della situazione.

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