Emanuele forse finito a calci
Dall’autopsia e da un filmato spunta l’ipotesi più inquietante
ALBA ADRIATICA. Per inquirenti e investigatori è qualcosa di più di un sospetto. Emanuele Fadani potrebbe essere stato finito a calci, mentre era agonizzante a terra. Un’ipotesi inquietante che, se confermata, aggraverebbe la posizione dei tre rom in carcere per omicidio.
In queste ore si stanno cercando riscontri e prove che potrebbero arrivare non solo da alcuni esami medici, ma anche dal video registrato dalle telecamere della banca di viale Mazzini che hanno immortalato tutti i momenti dell’omicidio.
I primi riscontri arrivati con l’autopsia potrebbero far ipotizzare l’impronta di una scarpa, forse di un tacco, lasciata sul volto dell’imprenditore ucciso. Ma per ora gli investigatori sono cauti: nessuna conferma e nessuna smentita. Resta il sopralluogo che qualche giorno fa il medico legale Cristian D’Ovidio, il consulente della procura che ha eseguito l’autopsia, ha fatto sul posto del delitto insieme con alcuni carabinieri della compagnia di Alba. Un sopralluogo che il medico avrebbe fatto proprio per rendersi conto personalmente del luogo in cui nella notte tra il 10 e l’11 novembre l’imprenditore di 37 anni è stato ucciso con tre pugni. Una ulteriore conferma, oltre a quella medico-legale, potrebbe arrivare dal video, più volte visionato e attualmente sotto sequestro. E sembra che qualcosa nei fotogrammi s’intraveda. Forse il movimento sospetto di uno dei tre rom che si avvicina con la gamba all’uomo disteso a terra.
Naturalmente il tutto è avvolto da uno stretto riserbo e dalla procura non trapela nulla. E quella che si apre sarà una settimana ricca di interrogatori. Davanti al procuratore Gabriele Ferretti e al sostituto Roberta D’Avolio, che stanno seguendo il caso, sfileranno numerosi testimoni. I loro racconti si aggiungeranno a quello del barista della birreria davanti alla quale si è consumato il delitto. L’uomo, ascoltato nei giorni scorsi, ha raccontato che la vittima, il suo conoscente e i tre rom si sono incontrati all’interno del locale e che, dopo qualche battuta, sono usciti. Successivamente uno dei tre rom (Sante Spinelli) è rientrato per chiedere di chiamare il 118 e una bottiglia d’acqua. Non è escluso, inoltre, che già nelle prossime ore la procura possa disporre un confronto tra i tre rom arrestati. Danilo Levakovic, Sante Spinelli ed Elvis Levakovic potrebbero essere messi uno di fronte all’altro: i primi due, infatti, accusano il terzo. Quest’ultimo, arrestato nel giorno dei funerali di Fadani dopo una latitanza di tre giorni, nega ogni coinvolgimento.
Intanto va avanti anche l’indagine sugli assalti alle case dei rom, nel centro di Alba, nelle due serate successive al delitto. Per questo tredici cittadini sono stati denunciati per devastazione e saccheggio. I tredici, identificati grazie alle riprese video e alle fotografie, potrebbero non essere gli unici.
In queste ore si stanno cercando riscontri e prove che potrebbero arrivare non solo da alcuni esami medici, ma anche dal video registrato dalle telecamere della banca di viale Mazzini che hanno immortalato tutti i momenti dell’omicidio.
I primi riscontri arrivati con l’autopsia potrebbero far ipotizzare l’impronta di una scarpa, forse di un tacco, lasciata sul volto dell’imprenditore ucciso. Ma per ora gli investigatori sono cauti: nessuna conferma e nessuna smentita. Resta il sopralluogo che qualche giorno fa il medico legale Cristian D’Ovidio, il consulente della procura che ha eseguito l’autopsia, ha fatto sul posto del delitto insieme con alcuni carabinieri della compagnia di Alba. Un sopralluogo che il medico avrebbe fatto proprio per rendersi conto personalmente del luogo in cui nella notte tra il 10 e l’11 novembre l’imprenditore di 37 anni è stato ucciso con tre pugni. Una ulteriore conferma, oltre a quella medico-legale, potrebbe arrivare dal video, più volte visionato e attualmente sotto sequestro. E sembra che qualcosa nei fotogrammi s’intraveda. Forse il movimento sospetto di uno dei tre rom che si avvicina con la gamba all’uomo disteso a terra.
Naturalmente il tutto è avvolto da uno stretto riserbo e dalla procura non trapela nulla. E quella che si apre sarà una settimana ricca di interrogatori. Davanti al procuratore Gabriele Ferretti e al sostituto Roberta D’Avolio, che stanno seguendo il caso, sfileranno numerosi testimoni. I loro racconti si aggiungeranno a quello del barista della birreria davanti alla quale si è consumato il delitto. L’uomo, ascoltato nei giorni scorsi, ha raccontato che la vittima, il suo conoscente e i tre rom si sono incontrati all’interno del locale e che, dopo qualche battuta, sono usciti. Successivamente uno dei tre rom (Sante Spinelli) è rientrato per chiedere di chiamare il 118 e una bottiglia d’acqua. Non è escluso, inoltre, che già nelle prossime ore la procura possa disporre un confronto tra i tre rom arrestati. Danilo Levakovic, Sante Spinelli ed Elvis Levakovic potrebbero essere messi uno di fronte all’altro: i primi due, infatti, accusano il terzo. Quest’ultimo, arrestato nel giorno dei funerali di Fadani dopo una latitanza di tre giorni, nega ogni coinvolgimento.
Intanto va avanti anche l’indagine sugli assalti alle case dei rom, nel centro di Alba, nelle due serate successive al delitto. Per questo tredici cittadini sono stati denunciati per devastazione e saccheggio. I tredici, identificati grazie alle riprese video e alle fotografie, potrebbero non essere gli unici.