Gran Sasso, l’Osservatorio preme «Non servono due commissari»
Parte un nuovo appello dopo l’audizione di Corsini nella commissione di vigilanza della Regione: «Assistiamo a una guerra inutile sulle competenze, l’incarico dev’essere assunto dal governatore»
TERAMO. «Gran Sasso: due commissari sono troppi, manca il ruolo istituzionale del presidente della Regione». Si può sintetizzare così la posizione dell’Osservatorio indipendente sull’acqua all’esito della seduta della commissione regionale di vigilanza dedicata agli interventi di messa in sicurezza di traforo e acquifero. L’organismo prende spunto dalle affermazioni fatte in quella sede dal commissario per le autostrade A24 e A25 Marco Corsini circa l’inopportunità della compresenza con Pierluigi Caputi che soprintende alle operazione necessarie alla tutela del sistema idrico. «Avevamo già appreso proprio da Caputi, nel nostro primo incontro con lui, che l’armonia e la convergenza create tra l’ex commissario Gisonni e il suo collega non fosse più in essere», premette l’Osservatorio, «ora appare evidente che si deve essere creata qualche frizione o seria incomprensione tra loro tale da far dire a Corsini che due commissari sono troppi. Sostanzialmente uno dei due ha chiesto al governo, è quello che si legge tra le righe, di essere nominato al posto dell’altro».
L’organismo ricorda di aver sempre sostenuto «la tesi che due o più commissari sono inutili e dannosi, che il vero attore che manca da sempre, di qualunque colore politico sia stato o sia oggi, chi non agisce compiutamente è la figura istituzionale principale: è il presidente della Regione. E’ infatti chiaro a tutti coloro i quali non si preoccupano delle schermaglie politiche sterili e inutili tra destra e sinistra, ma guardano al problema concreto ed alla sua soluzione, che il presidente (in quanto figura istituzionale), primo tra tutti, dovrebbe sentire la responsabilità di amministrare opportunamente il territorio della propria Regione; che prioritariamente al presidente della Regione spetta dover tutelare i cittadini abruzzesi, quelli che lo hanno votato e quelli che non lo hanno fatto; che egli, e nessun altro, in sostanza, dovrebbe essere il commissario unico». Da qui, dunque nasce la proposta motivata tramite una serie di domande. «Quale interlocutore migliore e unico, per il Governo, del presidente della Regione? Quale interlocutore e mediatore migliore per l’Infn se non il presidente della Regione? Quale garante e mediatore migliore per il Parco e per l’applicazione e il rispetto delle leggi, del presidente della Regione? Quale garante e riferimento chiaro, definitivo, più opportuno, per i cittadini, del presidente della Regione?».
Secondo l’Osservatorio per assumere l’incarico servono «attributi politici ma anche umani» finora mai manifestati dai vertici della Regione. «Ora ci tocca assistere anche alle guerre tra i commissari mentre, adducendo scuse infondate, ad esempio, l’Infn ha interrotto il trasferimento delle sostanze inquinanti dalla pancia del Gran Sasso. Sostanze stoccate illegalmente contro le norme di salvaguardia che governano un parco nazionale», conclude l’Osservatorio che per annuncia per giovedì alle 17, nell’auditorium di Santa Maria a Bitetto, un nuovo incontro con Caputi, «continuiamo a perdere tempo prezioso, a non agire con chiarezza e trasparenza. Il tutto in danno dei cittadini tra chiusure annunciate, disagi certi e incapacità più o meno acclarate».
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