I parroci in coro: digiuniamo per la Siria
Incontro con il vescovo Seccia a Giulianova dopo l’appello del Papa, oggi don Pietro a Roma per l’udienza di Bergoglio
di Fabio Iuliano
TERAMO
Preghiera e digiuno per la pace in Siria e non solo perché lo chiede Papa Francesco, ma perché questo è un modo concreto per rispondere alla violenza con un atto di fede. Sono convinti di ciò i parroci della diocesi di Teramo che ieri, nella Casa di Maria Immacolata a Giulianova Paese, hanno incontrato il vescovo Michele Seccia, proprio per capire con quali modalità recepire l’invito del pontefice.
L’APPELLO. «Ho deciso di indire per tutta la Chiesa sabato 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria regina della pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria e nel Medio Oriente e nel mondo intero».
Questo l’appello del Papa formulato prima di recitare l’Angelus di domenica s corsa. Parlando di una umanità «dilaniata da divisioni e conflitti», Bergoglio ha chiesto «mai più la guerra», affermando con forza di «volersi fare interprete del grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall'unica grande famiglia che è l'umanità, con angoscia crescente. È il grido della pace». Un appello che raccoglie tante adesioni tra religiosi e laici del Teramano.
COLLEATTERATO. Entusiasta don Pietro Lalloni a cui fa capo Santa Maria in Cartecchio. «Credo che questa sia un’iniziativa efficacia per religiosi e laici», spiega. «Rinunciare a qualcosa, meditare, rispondere alla violenza con la non violenza costituisce un atteggiamento concreto che può portare a dei risultati storici. Del resto, si pensi all’esempio del Mahatma Gandhi che, senza toccare le armi, è riuscito a dare libertà al suo popolo». Entrando nel merito dell’invito a una preghiera collettiva per sabato sera, don Lalloni preferirebbe posticipare la veglia di qualche giorno. «La prossima settimana», spiega, «coincide con la nostra festa parrocchiale. Porteremo la statua della Vergine in processione da Santa Maria in Cartecchio fino a Colleatterrato Basso. Sarebbe bello approfittare di quell’occasione per fare un’iniziativa di questo tipo».
PRIMA PIETRA. Intanto, stamani, una folta delegazione parrocchiale andrà proprio da Papa Francesco per la benedizione della prima pietra della nuova chiesa parrocchiale di Colleatterrato.
In viaggio verso Roma anche il sindaco Maurizio Brucchi, l’assessore all’Urbanistica Massimo Tassoni e il consigliere provinciale Luca Corona, che saranno ricevuti in udienza privata in Vaticano. La nuova Chiesa del popoloso quartiere costerà circa 4 milioni di euro e avrà 450 posti a sedere.
Il progetto, realizzato dall’architetto di Mosciano Giustino Vallese, prevede una struttura moderna e funzionale che costituisce una risposta a questo quartiere in via di espansione. «In piazza San Pietro», prosegue don Lalloni, «saremo un bel gruppo di almeno 250 parrocchiani. Solo la nostra parrocchia ha preso 5 autobus». Domenica15 settembre, alle 16, ci sarà la posa della prima pietra del nuovo complesso parrocchiale.
LE PERIFERIE. Anche don Antonio D’Andrea che ha la cura pastorale in varie parrocchie di periferia, sembra avere le idee chiare: «La guerra porta odio e l’odio porta ancora odio. Quindi fare qualcosa di diverso, di segno opposto è necessario».
È molto probabile che la chiesa del Cuore immacolato di Maria ospiterà una veglia a cui parteciperà don Antonio. Modalità e orari sono da definire. A Roma, si pensa a organizzare una veglia dalle 20 alle 24.
NELLA PROVINCIA. La scelta di organizzare l’incontro diocesano a Giulianova rappresenta un chiaro segnale orientato a coinvolgere tutte le chiese della provincia. «A Dio nulla è impossibile, anche evitare questa guerra pericolosissima», dice con forza don Francesco Aloisio, parroco di Tortoreto alto. «Basta che Dio tocchi il cuore dell’uomo e la storia cambia all’istante».
Per questo motivo, in tutta Tortoreto, così come nelle altre località della costa, ci saranno iniziative di preghiera sulla scia di quella lanciata dal Papa. «Il pontefice», aggiunge don Aloisio, «ci ha anche invitato a ricordare questo appello alla pace nelle intenzioni delle varie celebrazioni. Siamo pronti a farlo a partire da oggi». Sulla stessa linea don Aldino Tomassetti.
IL MESSAGGIO. «Un messaggio importante, quello del Papa, da condividere con tutta la comunità», sottolinea don Cristian Cavacchioli, giovane parroco di Collurania, «faremo di tutto per farlo filtrare tra la nostra gente».
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