Il Centro antiviolenza La Fenice ha accolto 70 donne da gennaio
Il 70% sono italiane, la maggior parte ha figli minorenni. Aumentano le richieste dalla Val Vibrata Altre vittime inviate alla struttura dalle forze dell’ordine dopo aver presentato denuncia
TERAMO. Da gennaio a oggi sono state 70 le donne che hanno fatto accesso al Centro antiviolenza La Fenice per chiedere aiuto, sostegno, informazioni. Nel 30% dei casi si tratta di donne di nazionalità straniera; nel restante 70% di italiane. La maggior parte ha figli minorenni e l'approccio al Centro è avvenuto tramite il numero antiviolenza 1522, o il contatto whatsapp della Fenice (0861-029009), ma anche per il tramite di servizi sociali e legali di fiducia. Diversi inoltre i casi di accesso scaturiti dal Codice Rosso, cioè in seguito all'attivazione di un procedimento penale scattato dopo la denuncia della vittima alle forze dell'ordine. È questo il quadro numerico, e in quanto tale apparentemente freddo, del fenomeno della violenza sulle donne in provincia fornito ieri in conferenza stampa da referenti de La Fenice, Commissione provinciale pari opportunità e rappresentanti delle istituzioni coinvolte nel contrasto agli abusi di genere.
Un punto della situazione giunto in occasione del 25 novembre, giornata dedicata al contrasto alla violenza sulle donne, che vede, stando a quanto riferito dall'avvocata de La Fenice Michela Manente, un incremento di richieste di aiuto provenire dalla Val Vibrata (Martinsicuro, Sant'Egidio, Nereto e Sant'Omero). Un valido supporto alle vittime giunge anche da Casa Maia, casa rifugio per donne abusate e per i loro figli. La struttura può accogliere fino a tre nuclei familiari in emergenza per 90 giorni ed eventualmente per altri 90 giorni. La presa in carico comporta il supporto psicologico, l’orientamento al lavoro, l’attivazione di tirocini e, dove necessario, anche un supporto economico. Le donne prese in carico dal Centro La Fenice e da Casa Maia possono inoltre richiedere il reddito di libertà erogato dall’Inps: 400 euro al mese.
Ieri è stata anche illustrata dalla neo presidente della Cpo, Erika Angelini, l'iniziativa che la commissione ha organizzato per lunedì: una visita particolare al carcere di Teramo, resa possibile grazie alla collaborazione della direttrice Lucia Avantaggiato, che vedrà parrucchiere ed estetiste trascorrere delle ore con le detenute. «Un momento di vicinanza e di ascolto a donne con un vissuto difficile: entriamo in punta di piedi portando un piccolo dono alle carcerate», ha detto Angelini. In conferenza hanno portato il loro contributo il sostituto procuratore Enrica Medori; Luana Strippoli, capo gabinetto della prefettura; Marica Zicolillo della divisione Anticrimine della questura. Presenti, inoltre, le componenti della Cpo e le consigliere provinciali Libera D'Amelio e Maria Grazia Cianella. L'incontro è stato moderato da Tania Bonnici Castelli.
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