Il gran giorno di Brucchi
Il sindaco s’insedia in Comune tra gli applausi.
TERAMO. Il sindaco prende per mano i figli Filippo e Nicoletta con la moglie Ilaria, insieme salgono le scale del municipio. E’ iniziato così, ieri pochi minuti prima delle 18, il quinquennio di Maurizio Brucchi alla guida della città. Ad applaudire il suo ingresso in Comune, oltre ai familiari, c’è una piccola folla di consiglieri, futuri ed ex assessori e cittadini curiosi.
Nell’ufficio del primo cittadino aspettano il commissario straordinario Leopoldo Di Mattia, che ha guidato l’ente per dieci mesi, e il giudice Armanda Servino che ha presieduto la commissione del Tribunale che ha ricalcolato le preferenze. Poche parole annunciano la proclamazione di Brucchi e innescano l’ovazione della piccola folla radunata all’ultimo piano del municipio. «Sarò il sindaco di tutti», sono le prime parole del primo cittadino, «ci aspettano oneri e onori, ma siamo pronti». Sabato o al più tardi lunedì sarà presentata la giunta. «E’ quasi tutto pronto, manca solo qualche dettaglio», annuncia Brucchi, «abbiamo dimostrato di essere una classe dirigente credibile: i cittadini ci hanno premiato, non dobbiamo deluderli». E’ un esordio da ricordare anche per una fortunata coincidenza.
Brucchi è appena tornato dall’Aquila dove ha incontrato il premier Silvio Berlusconi, che ha voluto complimentarsi con lui per la vittoria e invitarlo a impegnarsi. «Dobbiamo mettere da parte le ambizioni personali», sottolinea il sindaco, «e metterci a lavorare per gli interessi della città».
Il pensiero del primo cittadino è rivolto anche al suo predecessore, il presidente della Regione Gianni Chiodi. «Al suo fianco ho capito cosa significa fare il sindaco», afferma, «se sono qui è anche merito suo». Il passaggio di consegne con il commissario è rapido come la proclamazione: una stretta di mano sottolinea l’avvicendamento. «Il commissario ha lavorato bene», spiega Brucchi, «in questi dieci mesi ha fatto sentire poco l’assenza della politica». Brucchi elenca i quaranta consiglieri proclamati eletti con lui.
L’unica differenza rispetto ai risultati emersi subito dopo le elezioni è nel Pdl. Pasquale Tiberii, nei ricalcoli della commissione, supera di un voto Graziano Ciapanna ed entra direttamente in consiglio al suo posto. La poetessa teramana Maria Di Blasio legge a Brucchi un suo componimento dedicato a lui e al suo successo elettorale, mentre sul terrazzo del municipio è pronto il buffet con le bottiglie da stappare. Il sindaco esce con al fianco sempre i familiari. Il primo brindisi è con la madre e la moglie. «E’ una grande emozione», si lascia andare il sindaco, «la campagna è stata esaltante, ci aspetta una bella avventura».
Nell’ufficio del primo cittadino aspettano il commissario straordinario Leopoldo Di Mattia, che ha guidato l’ente per dieci mesi, e il giudice Armanda Servino che ha presieduto la commissione del Tribunale che ha ricalcolato le preferenze. Poche parole annunciano la proclamazione di Brucchi e innescano l’ovazione della piccola folla radunata all’ultimo piano del municipio. «Sarò il sindaco di tutti», sono le prime parole del primo cittadino, «ci aspettano oneri e onori, ma siamo pronti». Sabato o al più tardi lunedì sarà presentata la giunta. «E’ quasi tutto pronto, manca solo qualche dettaglio», annuncia Brucchi, «abbiamo dimostrato di essere una classe dirigente credibile: i cittadini ci hanno premiato, non dobbiamo deluderli». E’ un esordio da ricordare anche per una fortunata coincidenza.
Brucchi è appena tornato dall’Aquila dove ha incontrato il premier Silvio Berlusconi, che ha voluto complimentarsi con lui per la vittoria e invitarlo a impegnarsi. «Dobbiamo mettere da parte le ambizioni personali», sottolinea il sindaco, «e metterci a lavorare per gli interessi della città».
Il pensiero del primo cittadino è rivolto anche al suo predecessore, il presidente della Regione Gianni Chiodi. «Al suo fianco ho capito cosa significa fare il sindaco», afferma, «se sono qui è anche merito suo». Il passaggio di consegne con il commissario è rapido come la proclamazione: una stretta di mano sottolinea l’avvicendamento. «Il commissario ha lavorato bene», spiega Brucchi, «in questi dieci mesi ha fatto sentire poco l’assenza della politica». Brucchi elenca i quaranta consiglieri proclamati eletti con lui.
L’unica differenza rispetto ai risultati emersi subito dopo le elezioni è nel Pdl. Pasquale Tiberii, nei ricalcoli della commissione, supera di un voto Graziano Ciapanna ed entra direttamente in consiglio al suo posto. La poetessa teramana Maria Di Blasio legge a Brucchi un suo componimento dedicato a lui e al suo successo elettorale, mentre sul terrazzo del municipio è pronto il buffet con le bottiglie da stappare. Il sindaco esce con al fianco sempre i familiari. Il primo brindisi è con la madre e la moglie. «E’ una grande emozione», si lascia andare il sindaco, «la campagna è stata esaltante, ci aspetta una bella avventura».