Il vescovo: no alle Miss sotto il duomo
Seccia chiede una zona di rispetto, imbarazzo dell’assessore Campana: abbiamo sempre fatto gli eventi in piazza
TERAMO. Passi per i tailleur colorati, i cappelli e le sciarpe di chiffon. Passi per gli abiti decolletè, sebbene lascino poco all’immaginazione. Passi pure per l’intimo vedo-non-vedo.
Ma il bikini di Miss Abruzzo sotto il duomo no. Troppo anche per monsignor Michele Seccia, un vescovo che è sempre apparso piuttosto tollerante. Qualche anno fa – in tanti lo ricordano – lo fu al punto da scendere di persona a restituire il pallone a dei ragazzi che, giocando proprio sotto la sua abitazione, gli avevano appena rotto una finestra.
Veder sfilare ragazze in bikini a pochi metri dal bassorilievo dell’Annunciazione di Venanzo Crocetti gli deve essere sembrato un’esagerazione. La sua riserva, confidata prima al parroco del duomo, don Aldino Tomassetti, e poi all’assessore agli eventi, Guido Campana, ha riacceso il dibattito sull’opportunità o meno di organizzare manifestazioni di questo tipo a ridosso della cattedrale. La questione è stata affrontata a margine della visita della delegazione del Burundi in municipio, non senza provocare imbarazzo, specie da parte dell’assessore.
Un imbarazzo non tanto legato alla finale regionale di Miss Abruzzo, che ormai è acqua passata, quanto agli eventi futuri, primo fra tutti la Coppa Interamnia con la consueta elezione del più bello e della più bella della kermesse. «Si è sempre fatto in questa piazza», commenta Campana, «che del resto è la più bella che abbiamo in città. Abbiamo sempre organizzato manifestazioni di questo tipo. Cosa dovremmo fare, cambiare piazza?». A tal proposito, monsignor Seccia ha anche affermato di voler scrivere una lettera al sindaco Maurizio Brucchi per chiedere una zona di rispetto attorno al duomo. Il vescovo, naturalmente, ha chiarito che la sua posizione è ben lungi dal rappresentare la questione come mero fatto scandalistico. L’invito del presule, piuttosto, mira a costituire un motivo di riflessione.
La questione non è del tutto nuova: anni fa, in occasione di un altro concorso, quello di Miss Grand Prix, associato a Mister più bello d’Italia, la cattedrale fu scelta addirittura come scenografia. In quel caso ci furono le rimostranze del parroco Tomassetti. In quel caso, ragazzi e ragazze erano stati fatti scendere direttamente dalla scalinata del duomo e le pubblicità del concorso hanno occupato anche i muri della cattedrale.
Raramente, il vescovo ha preso di petto questioni di questo tipo. Solo una volta si è trovato a bacchettare la dirigenza del Teramo calcio per aver scelto “El Diablo” dei Litfiba come inno alla loro stagione calcistica. Comprensibile, d’altro canto, che un religioso resti perplesso di fronte a una canzone che parla del paradiso come di «un’astuta bugia».
L’assessore Campana, che sabato era in prima fila con le miss, si è detto disponibile a trovare un punto di incontro. «A mio avviso», afferma Campana, «non c’è stata mancanza di rispetto nei confronti del luogo sacro, per me si tratta di un concorso pulito e storico, in cui le ragazze hanno effettuato un solo passaggio su dieci in bikini. In ogni caso, studiamo una soluzione insieme».
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