Melania, sono sei le accuse contro Parolisi

Dieci faldoni di atti consegnati al giudice, la procura chiede il giudizio immediato per il caporal maggiore: è accusato dell'omicidio della moglie e poi del vilipendio del corpo della donna
TERAMO. Tre pagine per trasformare le accuse in reati. Ai pm teramani bastano 36 righe per chiedere il processo di Salvatore Parolisi con il giudizio immediato. Per la procura è stato lui ad uccidere la moglie Melania Rea nel bosco di Ripe con 35 coltellate. I due reati e le quattro aggravanti contestati nel provvedimento, che ieri mattina è stato trasmesso all'ufficio del gip con i dieci faldoni che lo accompagnano, sono da ergastolo: omicidio aggravato dal fatto di averlo commesso sul coniuge e dalla minorata difesa della vittima; vilipendio e deturpamento di cadavere.
Niente premeditazione, niente concorso: scompare l'ombra del complice che torna a deturpare il corpo della vittima con la svastica sulla coscia e la siringa conficcata sul seno nel tentativo di depistare. Per gli inquirenti è stato Parolisi a tornare sul luogo del delitto a deturpare il cadavere della donna per, scrivono nella richiesta il procuratore Gabriele Ferretti e i sostituti Davide Rosati e Greta Aloisi, «conseguire l'impunità dal delitto di omicidio pluriaggravato, tentando di depistare le indagini mediante l'inserimento sul luogo del delitto di elementi di confondimento». E non solo.
Parolisi, scrivono ancora i magistrati nella richiesta di giudizio immediato «ha agito con crudeltà consistita nel proseguire nell'azione lesiva anche quando la donna, ancora cosciente, era ormai incapace di difendersi a seguito dei colpi ricevuti da tergo e nell'infierire sul suo corpo con ben 35 coltellate». Quando l'assassino ha lasciato il bosco di Ripe Melania era ancora viva: è morta dissanguata dopo una decina di minuti. Il movente resta quello passionale. Il gip Giovanni Cirillo nella sua ordinanza di custodia cautelare, aveva sollevato il sospetto che ad armare la mano del caporal maggiore dell'esercito fossero stati anche segreti legati proprio alla caserma militare.
Ma sette mesi d'indagine non hanno fatto emergere novità in questa direzione: per i magistrati resta solo il movente passionale. Parolisi ha ucciso perchè ormai stretto tra le richieste dell'amante soldatessa Ludovica a cui diceva che stava per separarsi e le bugie alla moglie a cui invece aveva assicurato che la relazione con l'altra era finita. A partire da ieri, giorno della ricevimento degli atti, il gip Giovanni de Rensis ha cinque giorni di tempo per accogliere o rigettare la richiesta. Se il giudice dovesse accoglierla e se la difesa non sceglierà il rito abbreviato l'omicidio della giovane mamma di Somma Vesuviana, omria diventato un caso di cronaca nazionale, tra qualche mese approderà direttamente in Corte d'assise. Un processo indiziario.
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