Morto in ospedale per infezione I periti: «Un epilogo inevitabile»
Il pm chiede l’archiviazione per i dieci medici indagati dopo il deposito della super perizia L’uomo, ex dipendente Team, è deceduto dopo alcuni interventi chirurgici e un lungo ricovero
TERAMO. Nessun nesso di causalità tra il fatto e la conseguenza con un epilogo, la morte del paziente, che non avrebbe potuto essere scongiurato viste le condizioni generali: è la sintesi estrema messa nero su bianco dai due super periti nominati dal tribunale per fare chiarezza sulle cause del decesso del 66enne teramano Fernando D’Ostilio, deceduto il 30 maggio del 2023 all’ospedale Mazzini dove era ricoverato da oltre un mese.
Per quella morte, che secondo il responso dell’autopsia è stata provocata da un’infezione insorta dopo alcuni interventi chirurgici, sono indagati dieci medici. Per loro , dopo il deposito della perizia, la Procura (pm Monia Di Marco) ha chiesto l’archiviazione.Perché se non esiste un nesso di causalità tra il fatto e la conseguenza, o almeno se è impossibile provarlo in un procedimento penale, la Pubblica accusa deve fare un passo indietro: così hanno stabilito ormai da tempo, e prima ancora delle novità introdotte dalle legge Gelli-Bianco sulle responsabilità sanitarie, i giudici della Cassazione nella ormai famosa sentenza Franzese che resta il punto di partenza di molte richieste di archiviazione prima e di altrettante numerose sentenze di archiviazione poi. La superperizia è stata affidata al medico legale Claudio Rigo di Venezia e al chirurgo specialista in chirurgia addominale Saverio Donato Pianalto di Padova: una perizia disposta dal gip Roberto Veneziano con la formula dell’incidente probatorio dopo che la consulenza dell’autopsia e quindi in quanto accertamento irripetibile alla presenza di consulenti nominati dagli indagati e dai familiari dell’uomo aveva escluso responsabilità mediche. Di diverso avviso quella depositata dal consulente delle parti offese (i familiari delle vittime rappresentati dall’avvocato Paola De Federicis) secondo cui, invece, ci sarebbero state delle condotte colpose. Conclusioni diverse e contrastanti, dunque, e da qui la decisione di ricorrere a una super perizia. D’Ostilio, ex dipendente Team molto conosciuto, morì all’ospedale Mazzini di Teramo dopo essere stato sottoposto ad alcune operazioni chirurgiche. Era stato ricoverato per una patologia al rene e successivamente sottoposto ad alcuni interventi nel corso di un ricovero durato oltre un mese. Dopo la morte i familiari presentarono una denuncia da cui partì l’inchiesta con il sequestro della documentazione medica e l’autopsia.
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