Nuovi testimoni contro l'agente
Ma Papilj si fa interrogare e nega: «Mi vogliono incastrare»
TERAMO. Il poliziotto nega tutto. Ieri in carcere si è svolto l'interrogatorio di Ottavio Papilj, 41 anni, teramano. E Papilj, accusato di essere il fornitore di cocaina della Teramo che conta, davanti al pm Laura Colica ha negato tutto. Sostiene che vogliono incastrarlo. Intanto si susseguono le testimonianze contro di lui.
I carabinieri del reparto operativo di Teramo - coordinati dal capitano Nazario Giuliani - proseguono nelle indagini con l'acquisizione continua di dichiarazioni di persone che - a differenza di quanto sostenuto dal poliziotto nell'interrogatorio di ieri, da lui stesso chiesto - raccontano di aver acquistato la cocaina da Papilj e dalla convivente Alessia Di Eugenio, teramana di 35 anni.
Finora sono state sentite quasi cento persone, e altrettante dovranno essere ancora convocate dai carabinieri. Molte sono andate anche spontaneamente in caserma per raccontare la loro esperienza, a quanto sostengono gli inquirenti. Ci sono molti liberi professionisti, commercianti e imprenditori che avrebbero raccontato di aver ricevuto, per anni, la droga - a volte anche gratuitamente - da Papilj.
Tant'è che pare proprio che alla base delle indagini ci sia la denuncia di un commerciante costretto a chiudere la propria attività a causa dei debiti contratti per acquistare la droga. Pare infatti che la coppia avesse clienti che arrivavano a spendere fino a 400 euro al giorno. Non a caso i carabinieri hanno chiamato questa operazione «Sanguisuga».
In effetti il giro di clienti messo su in tutta la provincia di Teramo era notevole: si calcola che la coppia smerciasse - sia su appuntamento telefonico che nei locali pubblici - parecchie decine di grammi di cocaina al mese. Di conseguenza si parla di un giro d'affari che raggiunge, e forse supera, i centomila euro al mese. Tanto che la coppia era riuscita ad acquistare una villa alle porte di Teramo.
Un castello accusatorio complesso, che si basa sulle testimonianze ma anche sulle intercettazioni: la validità di entrambe è stata contestata ieri da Papilj, che nega di essere fornitore di droga e tossicodipendente. Le indagini dei carabinieri continuano, a breve si terrà un ulteriore interrogatorio di Papilj (difeso dall'avvocato Federica Benguardato) dopodichè con tutta probabilità verrà trasferito al carcere di Santa Maria Capua Vetere, per motivi di sicurezza.
Oltre al poliziotto teramano - ma in forza alla questura di Ancona come poliziotto di quartiere - e alla compagna, il 23 giugno all'alba venne arrestato anche Claudio Saccia, 30enne giuliese, rom e calciatore, ritenuto il fornitore della coppia. Qualche giorno dopo è finito in carcere un quarto uomo, S.N. di 51 anni, anche lui coinvolto nel giro.
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