Oncologia: la Asl minaccia, poi s’arrende

I 6 manifestanti sospendono lo sciopero della fame, lunedì sarà trasferito un medico al day hospital e un altro sarà assunto

TERAMO. Poco dopo le 15 lo sciopero della fame per oncologia è stato sospeso. La Asl infatti ha deciso di incrementare l’organico del day hospital oncologico da lunedì.

La situazione ieri mattina volgeva al peggio. Nell’atrio del Mazzini dove il blogger Giancarlo Falconi stava facendo dal giorno precedente lo sciopero della fame insieme a cinque infermieri del Nursind - Giuseppe De Zolt, Sergio D’Ascenzo, Emanuele Pompilii, Graziella Cordone e Sonia Di Giuseppe- è tornata la Digos, che ha di nuovo identificato i sei e si è parlato di denunce che la Asl voleva presentare a loro carico. I sei, però, non si sono fatti intimorire. E hanno incassato anche l’appoggio di Sel: l’infermiera Luciana Pallini (candidata alla Camera) e il medico Vincenzo Cipolletti (responsabile provinciale per la sanità) hanno dato la propria disponibilità a iniziare lo sciopero della fame «a sostegno dei malati oncologici e per assicurare loro condizioni più confortevoli in cui affrontare la malattia». Era pronto ad aderire anche Valdo Di Bonaventura consigliere comunale dell’Idv.

A un certo punto la Asl ci ha ripensato e ha cambiato strategia. Alle 15 il vice direttore sanitario, Pino Rosati, ha informato i manifestanti che c’erano delle novità e ha mostrato loro un ordine di servizio con cui uno specialista della medicina, Gabriele Lalli, viene trasferito da lunedì nel day hopital oncologico. Non solo, c’è anche una lettera del manager Giustino Varrassi che - rispondendo a una missiva del consigliere regionale Claudio Ruffini che lo invitava a prendere in considerazione le ragioni dei manifestanti - annuncia che la Asl pubblicherà un bando per l’assunzione di un altro medico nel day hospital. «La nostra lotta per difendere i diritti essenziali dei pazienti oncologici di Teramo, a sostegno del blogger Falconi», commenta De Zolt, segretario provinciale del Nursind, «ha ottenuto risposte concrete dalla dirigenza Asl». I manifestanti sono stati «rassicurati dal primario del servizio che questo provvedimento cambierà in modo sostanziale la qualità dell’assistenza al paziente e preso atto che il nostro sforzo, rifiutando ogni forma di strumentalizzazione, ha ottenuto questo bel risultato per il bene del malato di cancro a Teramo, sospendiamo lo sciopero della fame e rimaniamo attenti allo svilupparsi degli eventi, perché questi provvedimenti si realizzino e le condizioni assistenziali in questo delicatissimo ambito sanitario teramano siano le migliori possibili».

In effetti quello del personale è solo uno dei problemi. Il Tribunale del malato ha inviato una lettera a Varrassi, dopo l’incontro avuto con lui il 16, precisando che il comunicato della Asl sull’incontro non ha riportato i problemi di cui si è discusso. Il presidente Vincenzo Di Benedetto parla di «inesistenza di un efficiente percorso diagnostico-terapeutico-riabilitativo al servizio dei pazienti oncologici. Tale carenza, secondo il Tdm, è l’effetto di inadeguata organizzazione e di non attuazione di quanto previsto dalla legge regionale 71/96 e dai successivi piani organizzativi». Il Tdm ricorda anche l’inesistenza di un laboratorio Ufa, per i farmaci chemioterapici, al Mazzini, per cui questi vengono trasportati da Giulianova con disservizi che si ripercuotono sui malati e di sprechi. Infine Di Benedetto affronta la questione basilare della chiusura del reparto di oncologia, caldeggiata dalla Asl. «Tale indirizzo, dal punto di vista del Tdm e sulla base di confronti con molti eccellenti ospedali in Italia, compresi quelli dell’Aquila e di Chieti, dove i reparti di degenza esistono e funzionano, è assolutamente da contrastare e rispecchia un approccio alla cura del tumore che il Tdm considera inadeguato, arretrato e basato solo su valutazioni economicistiche e di riduzione di spesa a prescindere dalle conseguenze». Il Tdm chiede di conoscere più dati sull’annunciato ampliamento del day hospital e sull’apertura dell’hospice .

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