Parolisi scrive all'amante: sono innocente

Intercettate altre lettere spedite dal carcere di Teramo all'amante dal marito di Melania
TERAMO. «Sono innocente, alla fine la verità verrà a galla»: sono le parole che Salvatore Parolisi scrive alla sua ex amante. Lo fa dal carcere, nelle decine di lettere che invia alla donna dopo il suo arresto. Quelle missive, fatte sequestrare dalla procura, ora sono in uno dei fascicoli dell'inchiesta.
Il caporal maggiore - accusato di aver ucciso la moglie Melania Rea con 35 coltellate nel bosco di Ripe - alla sua ex amante racconta di come trascorre le giornate in carcere, parla della sua bambina e conclude dicendo sempre: «Sono innocente, la verità alla fine verrà a galla».
Intanto per conoscere il suo destino processuale Parolisi dovrà attendere l'udienza del 12 marzo, quella fissata dal gip Marina Tommolini per decidere sul giudizio abbreviato. Trattandosi di un abbreviato condizionato ad una perizia il gip deciderà nel contraddittorio delle parti: pm, difesa e parte lesa. Davanti all'imputato Parolisi il giudice deciderà se concedere l'abbreviato condizionato ad una super perizia sull'ora della morte, così come chiesto dalla difesa del caporal maggiore pronta a scardinare l'accusa mettendo in discussione proprio uno dei suoi capisaldi: l'ora della morte della giovane mamma di Somma Vesuviana.
Fondamentale per i legali accertare con la massima certezza scientifica l'ora che, così come stabilita dal medico legale Adriano Tagliabracci, è uno degli indizi chiave contro Parolisi. Secondo l'autopsia Melania è stata uccisa tra le 14.30 e le 15 del 18 aprile: per la procura in quel momento il caporal maggiore era nel bosco di Ripe con la moglie. Ma i legali di Parolisi chiedono anche nuove audizioni di due testi importanti: il militare del Reggimento di Chieti che il 18 aprile era di sentinella a monte della strada provinciale tra Colle San Marco e Ripe e uno dei ragazzi che tra le 14.30 e le 15.30 del 18 aprile erano in gita a Colle San Marco.
E ieri ad Ascoli è stato arrestato il tecnico di polizia Alvaro Binni accusato dell'omicidio di Rossella Goffo, la funzionaria della prefettura di Ancona i cui resti sono stati trovati a Colle San Marco, nelle vicinanze del luogo dove Parolisi ha detto di essere stato con la moglie prima della sua scomparsa. Binni era stato applicato alla questura di Teramo, ma negli uffici di viale Bovio non si era mai presentato perchè in malattia. (d.p.)
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