Pineto, la madre pugnalata"Mio figlio non è un violento"
Ora il giovane accoltellatore è a Villa Pini in attesa di una perizia psichiatrica
PINETO. «Mio figlio non è violento. E' il figlio di cui ogni genitore andrebbe fiero. Ha una malattia che siamo sempre riusciti a gestire». Sono le parole di Marisa Di Sabatino, la donna 54enne che a febbraio è stata pugnalata proprio dal figlio.
L'uomo, Luca D'Anastasio di 33 anni, da un mese è agli arresti domiciliari a Villa Pini dove è sottoposto ad una specifica terapia. Una volta a settimana incontra i familiari. Ed è proprio la madre, assistita dall'avvocato Monica Passamonti, a raccontare quello che è successo a febbraio e a sottolineare come il figlio non abbia mai avuto nessuna intenzione di farle del male. «Con mio figlio», racconta ancora la donna, «non c'è mai stata nessuna tensione. Non c'erano liti, né urla né insulti. La sua patologia non ha mai creato problemi perchè era tenuta costantemente sotto controllo con dei farmaci».
Ed è proprio ad un momentaneo diverso dosaggio dei medicinali che la donna imputa l'aggressione avvenuta a febbraio, quando il giovane l'ha accoltellata perforandole un polmone. Oggi l'uomo, dopo un periodo di arresti domicliari nella sua abitazione, è nella casa di cura. Ed è stata proprio la madre, attraverso il suo legale, a chiedere che il figlio tornasse a casa sottolineando l'incompatibilità con il regime carcerario proprio per la sua malattia. Una situazione molto particolare, quella che coinvolge l'uomo, che vede i legali della parte offesa e quelli dell'imputato decisi a collaborare sugli sviluppi giudiziari della vicenda.
Il 25 maggio il gip affiderà la perizia psichiatrica chiesta dal pm con la formula dell'incidente probatorio. Saranno presenti sia i consulenti della parte lesa sia quelli della difesa. Il giovane, che è assistito dall'avvocato Anna Candelori, è accusato di tentato omicidio. L'uomo, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, aveva ammesso di aver accoltellato la madre ma aveva detto di non sapersene spiegare i motivi. «Ero in trance» aveva detto.
L'uomo, Luca D'Anastasio di 33 anni, da un mese è agli arresti domiciliari a Villa Pini dove è sottoposto ad una specifica terapia. Una volta a settimana incontra i familiari. Ed è proprio la madre, assistita dall'avvocato Monica Passamonti, a raccontare quello che è successo a febbraio e a sottolineare come il figlio non abbia mai avuto nessuna intenzione di farle del male. «Con mio figlio», racconta ancora la donna, «non c'è mai stata nessuna tensione. Non c'erano liti, né urla né insulti. La sua patologia non ha mai creato problemi perchè era tenuta costantemente sotto controllo con dei farmaci».
Ed è proprio ad un momentaneo diverso dosaggio dei medicinali che la donna imputa l'aggressione avvenuta a febbraio, quando il giovane l'ha accoltellata perforandole un polmone. Oggi l'uomo, dopo un periodo di arresti domicliari nella sua abitazione, è nella casa di cura. Ed è stata proprio la madre, attraverso il suo legale, a chiedere che il figlio tornasse a casa sottolineando l'incompatibilità con il regime carcerario proprio per la sua malattia. Una situazione molto particolare, quella che coinvolge l'uomo, che vede i legali della parte offesa e quelli dell'imputato decisi a collaborare sugli sviluppi giudiziari della vicenda.
Il 25 maggio il gip affiderà la perizia psichiatrica chiesta dal pm con la formula dell'incidente probatorio. Saranno presenti sia i consulenti della parte lesa sia quelli della difesa. Il giovane, che è assistito dall'avvocato Anna Candelori, è accusato di tentato omicidio. L'uomo, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, aveva ammesso di aver accoltellato la madre ma aveva detto di non sapersene spiegare i motivi. «Ero in trance» aveva detto.
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