Salvato dai debiti ex operaio licenziato
Aveva aperto un’attività ma gli era andata male: il tribunale autorizza il ricorso alla cosiddetta “legge anti suicidi”
TERAMO. Non è la classica storia dell’imprenditore che accumula a causa della crisi e di una serie di scelte sbagliate centinaia di migliaia di euro di debiti e poi si salva con la “legge anti suicidi”. E’ la storia del travaglio di un operaio licenziato da un’azienda in crisi che non trova un nuovo lavoro. E allora decide di farsi carico del proprio futuro, tentando di “fare impresa” e aprendo in proprio un laboratorio tecnico. Una piccola impresa che non decolla. E i debiti si sommano ai debiti. Non grosse cifre, ma tali da togliere il sonno.
E’ tutta qui la storia di M.C. 40enne residente a Teramo che ha fatto ricorso alla cosiddetta “legge antisuicidi” per uscire da una situazione di sovraindebitamento. M.C. assistito dall’avvocato Berardo Di Ferdinando, che è delegato dell’Adusbef per la provincia di Teramo, e dal commercialista Gianni D’Alessandro che ha redatto il piano – il quale è stato accolto dal tribunale – ora potrà estinguere 27mila euro di debiti (con enti e finanziarie), pagando rate da 250 euro per quarantotto mesi, per un totale di 12mila euro.
M.C. ha raccontato che ancor prima di perdere il lavoro, in una fabbrica di Giulianova, aveva fatto un piccolo finanziamento per acquistare un’auto. Poi il fulmine a ciel sereno, nel 2011, quando è stato licenziato. Poco dopo ha aperto il piccolo laboratorio tecnico: nel 2012 si sono aggiunte spese per i lavori edili e per l’acquisto del materiale ed attrezzatura. Ma dopo appena un anno la piccola impresa, M.C., l’ha dovuta chiedere, ma non è riuscito a pagare i debiti. «Da fine 2013 a febbraio 2016 sono stato disoccupato (e con pochissimi soldi) mi sono arrangiato facendo lavoretti saltuari», racconta M.C, «È evidente che le mie difficoltà derivano da una temporanea precarietà di lavoro che si è protratta fino al 2016 che non mi ha consentito di ottemperare ai miei impegni regolarmente rendendomi insolvente».
Alla fine il giovane teramano, che peraltro ha anche una famiglia con cui dividere il peso di questa situazione, un lavoro l’ha trovato e ora fa l’impiegato in una impresa. E a questo punto ha cercato di mettere ordine nella sua vita cancellando, per quanto possibile i debiti contratti in cinque anni veramente sfortunati.
La procedura di liquidazione sarà realmente conclusa quando M.C. avrà pagato tutte le rate, ma per lui certamente l’accoglimento del piano è un gran passo avanti.
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