Scerne: Mercatone, in vista 24 licenziamenti
L’acquirente Shernon vuol gestire il punto vendita con 38 dei 62 dipendenti attuali. I sindacati: «È inaccettabile»
PINETO. Forte preoccupazione per le sorti del Mercatone Uno di Scerne. Nell’ultima assemblea sindacale il personale del punto vendita della catena ha esaminato con i sindacati la situazione dell’acquisizione da parte della Shernon Holding spa. In sostanza ad aprile la società ha presentato una offerta finale vincolante di acquisto agli organi della procedura: il gruppo Mercatone Uno è infatti in amministrazione straordinaria ormai da più di due anni. E il contenuto della documentazione stilata dei commissari straordinari è quantomeno allarmante. Dallo schema che riguarda il riassorbimenti del personale si legge che a Scerne l’organico previsto è di 37 part time e un full time (presumibilmente il direttore). Attualmente, invece, la forza lavoro è composta da 40 full time e 22 part time.
I lavoratori in primo luogo hanno espresso «il loro più fermo disappunto rispetto alle prospettive occupazionali», si legge nel verbale dell’assemblea. Inoltre è stata sottolineata «l’evidente sproporzione tra i tagli effettuati nelle altre sedi ed in quella di Scerne di Pineto (la riduzione sarebbe del 40%, a fronte del 14% di riduzione sui complessivi 55 punti vendita)».
I lavoratori hanno inoltre sottolineato che «il negozio di Pineto comprende il magazzino di carico e scarico del punto vendita di Sambuceto. Tutti i riferimenti (cioè gli ordini dei clienti) transitano e partono da Scerne che, di fatto, gestisce tutte le consegne ed il post vendita del negozio di Sambuceto. Alla luce dei numeri assegnati a Pineto dal piano risulta dunque difficile comprendere quale nuova organizzazione possa essere prevista per questo punto vendita e quali (e se) investimenti potrebbero essere effettivamente previsti .I lavoratori, dopo aver ripetutamente manifestato la totale contrarietà alla soluzione prospettata, hanno chiesto, all’unanimità, di porre in essere tutte le azioni di lotta possibili» per scongiurare i tagli occupazionali.
I sindacati il 1° giugno incontreranno la Shernon per capire qual è il piano industriale. «Vogliamo approfondire i dettagli del piano», spiegano Emanuela Loretone (Filcams-Cgil), Fabio Benintendi (Cisl) e Bruno Di Federico ( Uiltucs-Uil), «e chiede il mantenimento dei livelli occupazionali. A Scerne peraltro c’è una superficie espositiva di 10mila metri quadri, una delle più grandi, a cui si aggiungono i magazzini: è impossibile da gestire con 37 part time. Questo significa che non vogliono investire su Scerne. Chi subentra è chiaro che non si vuol far carico della storia del Mercatone, vuole acquisire solo il marchio, è inaccettabile».
L’acquisizione è in corso e si concluderà a gennaio 2019. La holding è composta da tre grandi investitori. Il primo è polacco: Black Red White, uno dei più grandi produttori di mobili in Europa e in Polonia gestisce una rete di 76 negozi. Il secondo è turco: Dogtas Kekebek è uno dei più grandi produttori di mobili in Turchia, dove gestisce una rete di 316 punti vendita. Il terzo è “13 casa”, una grande piattaforma di vendite on line i cui partner sono, fra gli altri, Amazon, Mondo Convenienza, Dalani e Coop.
Nessuno la conferma, ma si pensa – vista la presenza di quest’ultimo investitore e dalla drastica riduzione di personale a Scerne – che nella superficie di Pineto si possa realizzare in sostanza un grande magazzino per la vendita on line, un punto di snodo delle merci.
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