Segue la ex moglie con un Gps, poi ingaggia un investigatore: 38enne teramano a processo

1 Febbraio 2025

Maltrattamenti e stalking sono i capi d’accusa su cui si giocherà il processo al 38enne teramano denunciato dalla ex moglie e già condannato ai domiciliari per aver violato le precedenti misure di divieto di avvicinamento

TERAMO. È un’altra dolente cronaca giudiziaria a raccontare l’ennesimo caso di donne picchiate e maltrattate, di quelli che ormai scivolano nelle aule di giustizia come nella matrice di un ciclostile: a volte con particolari sempre più violenti a fare la differenza. Come in questo caso: una lei che in aula racconta maltrattamenti fisici e psicologici, il divieto di indossare tacchi a spillo e scollature, i pedinamenti dopo la fine del matrimonio con lui che la sorveglia dopo averle installato un Gps nell’auto e la fa pedinare da un investigatore privato dopo essere finito agli arresti domiciliari per aver violato la misura del divieto di avvicinamento.

Si è aperto ieri mattina davanti al giudice monocratico Francesco Ferretti il processo a carico di un 38enne del Teramano accusato di maltrattamenti e stalking. «Per me è stato un incubo», ha raccontato la donna che si è costituita parte civile, «dopo sposati mi disse che non potevo più mettere tacchi a spillo o vestiti scollati. I litigi erano continui con lui che più volte mi ha messo le mani al collo. Un giorno sono scappata e mi sono rifugiata a casa dei miei genitori. Pensavo fosse finita e invece l’incubo è proseguito. Lui mi pedinava, sapeva sempre dove fossi e una sera mi ha inseguita. Quella sera ho avuto davvero tanta paura. Quando sono andata dai carabinieri a denunciare sono stati i militari a trovare il Gps nell’auto».

Dopo la denuncia, per l’uomo è arrivato il divieto di avvicinamento alla donna che, secondo l’accusa, lui avrebbe violato in più occasioni. E per questo sono scattati gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Dopo la misura dei domiciliari, secondo l’accusa, l’uomo avrebbe incaricato un’agenzia di investigazioni per far seguire la ex. Sempre secondo l’accusa, inoltre, l’uomo avrebbe manipolato e usato in maniera impropria l’immagine del profilo social della donna. «Da questo finto profilo», ha detto la donna in aula, «partivano richieste di amicizie. Per me è stato un incubo, ancora oggi la mia vita è stravolta. Ho paura ad uscire, anche a portare fuori il cane».(d.p.)

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