TERAMO
Telefonini in carcere nascosti in un pallone
Gli agenti della polizia penitenziaria li scoprono nell’area adibita ad orto per i detenuti
TERAMO. Non è la prima volta che gli agenti di polizia penitenziaria scovano telefoni cellulari diretti ai detenuti di Castrogno nascosti nei pacchi o cuciti nei vestiti. Ma sicuramente l’ultimo stratagemma adottato è nuovo: sabato mattina i poliziotti hanno trovato sei telefoni cellulari nascosti in un pallone da calcio che qualcuno era riuscito a far arrivare nell’area esterna, recintata, in cui si trova l’orto coltivato dai detenuti nell’ambito delle attività di riabilitazione previste nell’istituto teramano.
Oltre ai cellulari completi di auricolari e videocamera (quattro piccoli e due grandi), nel pallone c’erano anche alcuni caricabatteria. Nei giorni scorsi il personale di polizia penitenziaria aveva fermato in quella zona un extracomunitario ex detenuto che si aggirava con fare sospetto ma al controllo nulla gli era stato trovato addosso.
Poiché da subito c’è stato il fondato sospetto che la presenza dell’ex detenuto non fosse un caso anche a seguito di informazioni successive, gli agenti hanno predisposto mirati controlli di tutto il perimetro dell’istituto al fine di rinvenire pacchi o oggetti sospetti.
«Ancora una volta la polizia penitenziaria, nonostante gli scarsi mezzi a disposizione e la carenza di personale, è riuscita ad intercettare oggetti illeciti destinati alla popolazione detenuta», dice Giuseppe Pallini, segretario provinciale del sindacato Sappe,«vogliamo ricordare che l’introduzione di telefonini e l’uso di cellulari o altri strumenti di comunicazione è un reato penale. Come sindacato rinnoviamo l’invito al Dap, il dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, di schermare con un costo relativo di qualche migliaia di euro, anziché spendere soldi per acquistare strumenti che non hanno consentito di rinvenire nulla, gli istituti di pena evitando così a monte il problema».
Donato Capece, segretario generale del Sappe, torna a sollecitare interventi urgenti da parte delle istituzioni: «Non sappiamo più in quale lingua del mondo dire che le carceri devono essere tutte schermate all’uso di telefoni cellulari e qualsiasi altro apparato tecnologico che possa produrre comunicazioni nonché altrettanto necessario è prevedere uno specifico reato penale per coloro che vengono trovati in possesso di cellulari in carcere. I penitenziari sono sicuri assumendo i provvedimenti necessari per potenziare i livelli di sicurezza e nuovi agenti di polizia penitenziaria». (d.p.)