Teramo, è morto Romano Bisceglia: fece a pezzi l’ex convivente

Da venerdì era nell'hospice dell'ospedale per motivi di salute. Era stato condannato in secondo grado all'ergastolo per l'omicidio di Adele Mazza

TERAMO. È morto a Teramo dove si trovava quando gli sono stati concessi gli arresti domiciliari per motivi di salute. Romano Bisceglia, condannato in secondo grado all’ergastolo con l’accusa di aver strangolato e fatto a pezzi la sua ex convivente Adele Mazza, si è spento pochi giorni dopo aver lasciato il carcere di Campobasso. I giudici della Corte d’Appello dell’Aquila avevano accolto l’istanza presentata dall’avvocato Barbara Castiglione sulla base di certificazioni mediche e oggi è arrivata la notizia della sua morte nell'hospice dell'ospedale.

Nell’aprile del 2013 l’uomo era stato condannato all’ergastolo in primo grado, ma tre mesi dopo quella sentenza era stata annullata dalla corte d’Appello per un vizio di forma legato alla composizione della corte, in particolare alla sostituzione di un giudice popolare. Così era iniziato il processo bis al termine del quale Bisceglia era stato condannato a 30 anni perchè i giudici non avevano riconosciuto le aggravanti della premeditazione e dei motivi futili.

Una sentenza, quella bis, contro cui avevamo fatto ricorso sia la difesa dell’imputato decisa a dimostrare l’innocenza del suo assistito, sia la procura (il pm Stefano Giovagnoni) pronta a chiedere il carcere a vita proprio puntando sulle due aggravanti. Nel luglio del 2014 l’Appello ha riformato la condanna a 30 anni condannando l’uomo all’ergastolo. Perchè per la pubblica accusa Bisceglia è l’assassino, incastrato dalla traccia del suo Dna trovato sul nastro adesivo usato per chiudere uno dei sacchi con i resti del cadavere, ma anche da decine di testimonianze, dalla corda e dai coltelli tenuti in casa, dal carrello usato per trasportare i resto.

Sul caso pende un ricorso in Cassazione ormai del tutto inutile vista la morte di Bisceglia.