Teramo, chiusi 2 bar frequentati da "pregiudicati" Sul web: sigilli anche alla buvette del parlamento

15 Maggio 2012
di Matteo Marini

La questura chiude due locali in due piccole frazioni del Teramano perché frequentati da pregiudicati. La protesta in rete: "Chiudete i bar di palazzo Madama e Montecitorio". Petizione online: "Chiediamo che sia applicato lo stesso provvedimento vista l'assidua frequentazione da parte di pregiudicati per reati gravissimi quali Mafia, induzione alla prostituzione minorile, concussione, uso improprio dei fondi destinati ai Partiti, solo per citarne alcuni"
TERAMO. Visto il clima di fervore antipolitico, la provocazione era tra quelle da mettere in conto. L'ordinanza di sospensione della licenza comminata a due bar teramani è diventata l'assist perfetto per un'iniziativa contro i palazzi romani e i loro 'pericolosi' frequentatori. Una petizione online con lo scopo di far chiudere i battenti nientemeno che alla buvette del Parlamento.

Venerdì il questore di Teramo Amalia Di Ruocco ha fatto chiudere per 15 giorni il Baratto, locale della frazione di Sant'Atto e il bar Clarizia, nella frazione di Gammarana, sempre a Teramo. Motivo del provvedimento: alcuni clienti abituali sono pregiudicati. Cioè in passato hanno subito condanne penali. Una frequentazione 'poco raccomandabile', accertata da diversi controlli di polizia, che, secondo il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (articolo 100 - il testo di legge), dà alle forze dell'ordine il potere di sospensione della licenza ai pubblici esercizi.

Poche ore dopo la notifica si è levato un coro di protesta contro la misura da parte dei clienti più affezionati (la maggior parte, è giusto dirlo, incensurati) del Baratto e del caffè Clarizia. Perché se è vero che il provvedimento è ineccepibile a norma di legge, bisogna anche dire che il quella stessa legge è stata emanata con un Regio decreto nel 1931. Anni non proprio sereni in tema di ordine pubblico. E non sono attribuite responsabilità dirette ai gestori, che pagano le conseguenze del passato scomodo dei loro clienti. E infatti Patrizia, che gestisce da ormai 19 anni il Baratto, non ci sta: “Io non posso controllare i documenti e la fedina penale di chi entra nel mio bar in tanti anni non ho mai avuto nessun problema – lamenta – e poi cosa dovrei fare, anche se sapessi che qualcuno ha problemi con la giustizia: rifiutarmi di fargli un caffè?. Abbiamo chiesto di incontrare il questore per tentare di spiegare le nostre ragioni. Vedremo”.

Dalle stradine delle frazioni teramane la notizia è rimbalzata in rete con la velocità di una freccia. Prima sui blog e siti di informazione locale. Il bar di Gammarana ha raccolto la solidarietà degli abitanti e dell'associazione di quartiere “Vivere Gammarana” mentre la bacheca di Facebook del Baratto (guarda) ospita lo sfogo degli abitanti e dei giovani frequentatori del bar (il Baratto è l'unico locale della frazione, un pugno di case raccolte attorno alla chiesa e a questa birreria che ospita anche concerti dal vivo e il torneo nazionale di freccette).

Dalle semplici battute di solidarietà la contestazione poi è passata alla raccolta firme. Quali sono i locali pubblici più famosi d'Italia frequentati da pregiudicati? Qualcuno se l'è chiesto. La risposta, corretta oppure no, è stata: quelli di Montecitorio e palazzo Madama. Camera e Senato.

“Dal momento che il Questore di Teramo, Amalia Di Ruocco, ha ritenuto opportuno chiudere per 15 giorni due bar cittadini, 'Il Baratto' e il 'Bar Clarizia', per la tutela della cittadinanza in quanto ritrovo di pregiudicati, provvedimento che da liberi e incensurati cittadini non accettiamo ma non vogliamo neanche giudicare, chiediamo però che lo stesso provvedimento sia applicato anche ai bar di Montecitorio e di palazzo Madama, ai sensi della stessa legge applicata nei confronti dei due bar teramani, vista l'assidua frequentazione da parte di pregiudicati per reati gravissimi quali Mafia, induzione alla prostituzione minorile, concussione, uso improprio dei fondi destinati ai Partiti, solo per citarne alcuni”. È il testo (a dire il vero impreciso in alcuni passaggi, perché evidentemente non è ben chiara la distinzione tra indagato, imputato e pregiudicato) della petizione promossa ieri sul sito firmiamo.it e che ha raccolto più di un centinaio di adesioni, e commenti a corredo.

“E' sempre la stessa triste storia: forti con i deboli e deboli con i forti!!” scrive Manila Hemp. “Una legge fuori dal tempo e senza coscienza sociale. Un ossimoro del recupero e del reinserimento nella società delle persone pregiudicate. Senza parole” è l'opinione di Giancarlo Falconi. Una delle riflessioni più gettonate è quella espressa da Giordana Florimbi: “Vediamo se la legge è uguale per tutti così come ci vogliono far credere!” e per finire con il classico: “Andate a lavorare” rivolto ai nostri politici e non di certo ai gestori del Clarizia e Baratto che, a meno di ripensamenti da parte del questore, saranno costretti, loro malgrado, a 15 giorni di ferie forzate.

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