Giulianova

Travolse e uccise un imprenditore sul lungomare, poi la fuga in auto: ora patteggia 3 anni e sei mesi

24 Aprile 2025

Giulianova, omicidio stradale. Pena non sospesa e patente revocata per il 39enne di Alba Adriatica di etnia rom che scappò dopo l’incidente. La vittima, Giuseppe Montini, era un imprenditore molto conosciuto: il dolore della moglie e delle figlie

GIULIANOVA. Gli occhi di due giovani donne rimaste senza papà raccontano un’udienza penale. Perché non si può che partire da loro e da una vedova per fare la cronaca di un patteggiamento a tre anni e sei mesi, pena non sospesa e patente revocata, accolto per il 39enne di etnia rom Daniele Spinelli di Alba che il 22 agosto dell’anno scorso investì e uccise il 60enne imprenditore giuliese Giuseppe Montini mentre era alla guida di una Jaguar presa a noleggio e lanciata a tutta velocità sul lungomare di Giulianova.

Dopo l’incidente il 39enne fuggì senza prestare soccorso e si costituì entro le 72 ore che il codice prevede come tempo indicato per evitare l’arresto. Ai carabinieri disse di non essersi accorto di niente perché l’incidente era avvenuto in un tratto buio. Il giudice Roberto Veneziano ha accolto l’istanza di patteggiamento per omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso rimandando in sede civile ogni procedimento per il risarcimento. 

Montini era molto conosciuto a Giulianova. Per oltre 30 anni aveva gestito un noto vivaio insieme al cugino Luigi, ma soprattutto era il proprietario del terzo caliscendi sul molo sud del porto di Giulianova che si chiama “Lu calsinn d mintì”. Era della sua famiglia da tempo, ma lui lo aveva messo a disposizione di tutti «perché Giuseppe», hanno sempre ripetuto gli amici, «aveva un cuore grande». Al caliscendi era molto legato, ma non perdeva occasione di farne una struttura aperta a tutti nel nome della tradizione della pesca di cui era un grande appassionato. Quella drammatica sera stava andando nello stabilimento balneare dove lavorava una delle due figlie.Così commenta l’avvocato Tommaso Navarra che rappresenta la moglie e le due figlie: «Si tratta di un accordo tra le parti, il pm e l’imputato, sul quale non avevamo possibilità di interlocuzione tecnica. È importante l’affermazione di una responsabilità penale, anche se il livello di pena concordata non appare pienamente rispondente alla gravità di un fatto che ha colpito un’intera comunità e ha distrutto una famiglia. Su questo andrebbe aperto un dibattito più ampio sull’ammissibilità di riti alternativi in mancanza di qualsivoglia profilo riparatorio. Ovvero di semplice presa di coscienza ad opera del responsabile». 

Così l’avvocato Manrico Ciafrè, difensore di Spinelli insieme al legale Tiziano Rossoli: «Il patteggiamento è stato accolto. Certamente resta in tutti il rammarico e il dolore per il disvalore umano. Siamo vicini alla famiglia della vittima».

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