«Turbogas, il voto fu una forzatura»
Costantini racconta la seduta ad alta tensione in consiglio il giorno del via libera.
TERAMO. Inchiesta Turbogas, il voto in consiglio regionale fu una forzatura. Lo afferma Carlo Costantini (ex avversario di Gianni Chiodi alle elezioni) che rivela i retroscena della seduta del 30 luglio scorso quando la maggioranza di Chiodi ha approvato la variante al Prg di Teramo per inserire l’impianto Turbogas in contrada Cortellucci. «Voleva farlo a tutti i costi, e lo ha fatto», dice il capogruppo regionale dell’Italia dei Valori.
«Lo ha fatto nonostante le gravi irregolarità che avevo denunciato in aula».
Costantini venne neutralizzato e il suo ordine del giorno bocciato dalla maggioranza. Ma ora fa pesanti affermazioni politiche: «E’ una storia torbida», dice. «L’amministrazione Chiodi ha subìto pressioni per approvare in pochissimo tempo la variante». Costantini parla a 48 ore dalla notizia dell’inchiesta Turbogas, dell’avviso di garanzia al politico pescarese Angelo D’Ottavio (ex An) e dell’intercettazione telefonica dove spunta il nome di Paolo Tancredi.
D’Ottavio, indagato per concussione, telefona al consulente degli americani e dice: «Mi sono sentito con Paolo», riferendosi al senatore teramano del Pdl che, due giorni fa, al Centro, non ha negato di aver fortemente voluto la la centrale Turbogas nella contrada che dista 7 chilomemtri da Teramo.
La procura di Crotone, che presto invierà un fascicolo-stralcio a Pescara, indaga anche su 100mila euro donati alla Regione Abruzzo dagli imprenditori americani che vogliono realizzare la centrale e ipotizza la concussione perché D’Ottavio avrebbe tentato di inserire nell’operazione il cognato che installa grandi turbine. Ma cosa è accaduto il 30 luglio in consiglio regionale? Costantini racconta così quel voto decisivo per la Turbogas, nonostante che il ministero per l’Ambiente non avesse ancora espresso il parere sull’impatto ambientale. «E’ stata una forzatura enorme dell’amministrazione Chiodi», dice, «sotto l’aspetto sia procedurale che legale». Si spieghi meglio. «Faccio un esempio», continua, «persino le aerofotogrammetrie inducevano all’errore: c’era un prato verde dove ora c’è il centro commericiale Gran Sasso. Erano immagini vecchie. Ho chiesto la sospensione del consiglio ma la maggioranza l’ha respinta, voleva andare avanti a tutti i costi. Ho fatto presente che il piano paesistico regionale può essere modificato per minime parti e solo per interesse pubblico.
Invece c’erano decine di modifiche con interesse privato. E quando ho detto: voi non sapete ciò che state votando, c’è stato un momento di tensione altissimo. Uno di loro, un teramano con gli occhialini, si è alzato urlandomi: come ti permetti. Quindi ho ricordato che una variante al Prg è un provvedimento amministrativo che, a differenza di una legge, risponde a profili penali. Ma loro mi hanno mandato a quel paese. Il fatto che non ci fosse ancora il parere negativo del ministero dell’Ambiente (che ora c’è, ndr) è l’aggravante. Potevano aspettare invece si capiva perfettamente che dovevano chiudere la partita quel giorno. Sì, l’operazione è torbida», conclude Costantini. «E’ un’operazione che ci riporta a qualche anno fa».
«Lo ha fatto nonostante le gravi irregolarità che avevo denunciato in aula».
Costantini venne neutralizzato e il suo ordine del giorno bocciato dalla maggioranza. Ma ora fa pesanti affermazioni politiche: «E’ una storia torbida», dice. «L’amministrazione Chiodi ha subìto pressioni per approvare in pochissimo tempo la variante». Costantini parla a 48 ore dalla notizia dell’inchiesta Turbogas, dell’avviso di garanzia al politico pescarese Angelo D’Ottavio (ex An) e dell’intercettazione telefonica dove spunta il nome di Paolo Tancredi.
D’Ottavio, indagato per concussione, telefona al consulente degli americani e dice: «Mi sono sentito con Paolo», riferendosi al senatore teramano del Pdl che, due giorni fa, al Centro, non ha negato di aver fortemente voluto la la centrale Turbogas nella contrada che dista 7 chilomemtri da Teramo.
La procura di Crotone, che presto invierà un fascicolo-stralcio a Pescara, indaga anche su 100mila euro donati alla Regione Abruzzo dagli imprenditori americani che vogliono realizzare la centrale e ipotizza la concussione perché D’Ottavio avrebbe tentato di inserire nell’operazione il cognato che installa grandi turbine. Ma cosa è accaduto il 30 luglio in consiglio regionale? Costantini racconta così quel voto decisivo per la Turbogas, nonostante che il ministero per l’Ambiente non avesse ancora espresso il parere sull’impatto ambientale. «E’ stata una forzatura enorme dell’amministrazione Chiodi», dice, «sotto l’aspetto sia procedurale che legale». Si spieghi meglio. «Faccio un esempio», continua, «persino le aerofotogrammetrie inducevano all’errore: c’era un prato verde dove ora c’è il centro commericiale Gran Sasso. Erano immagini vecchie. Ho chiesto la sospensione del consiglio ma la maggioranza l’ha respinta, voleva andare avanti a tutti i costi. Ho fatto presente che il piano paesistico regionale può essere modificato per minime parti e solo per interesse pubblico.
Invece c’erano decine di modifiche con interesse privato. E quando ho detto: voi non sapete ciò che state votando, c’è stato un momento di tensione altissimo. Uno di loro, un teramano con gli occhialini, si è alzato urlandomi: come ti permetti. Quindi ho ricordato che una variante al Prg è un provvedimento amministrativo che, a differenza di una legge, risponde a profili penali. Ma loro mi hanno mandato a quel paese. Il fatto che non ci fosse ancora il parere negativo del ministero dell’Ambiente (che ora c’è, ndr) è l’aggravante. Potevano aspettare invece si capiva perfettamente che dovevano chiudere la partita quel giorno. Sì, l’operazione è torbida», conclude Costantini. «E’ un’operazione che ci riporta a qualche anno fa».