Ue e Oms lanciano un trattato mondiale contro le pandemie

31 Marzo 2021

PARIGI/BRUXELLES - Un nuovo Trattato internazionale per la preparazione e la risposta alle pandemie è stato lanciato congiuntamente dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e dal direttore generale dell'Oms Tedros Ghebreyesus. Il premier italiano Mario Draghi è fra i firmatari della proposta, che fa seguito a un editoriale pubblicato su diverse testate giornalistiche del mondo e firmato tra gli altri anche da leader europei come Boris Johnson, Emmanuel Macron, Angela Merkel e Mark Rutte: una ventina di leader, fra i quali il presidente sudcoreano Moon Jae-in, quello sudafricano Cyril Ramaphosa, l'indonesiano Joko Widodo e il cileno Sebastian Pinera. Mentre il Covid-19 "approfitta delle nostre debolezze e divisioni - si legge nel testo dell'appello lanciato - questo impegno collettivo rappresenta una tappa importante per consolidare la preparazione alle pandemie al massimo livello politico". "Ci saranno altre pandemie - scrivono i leader - e altre situazioni d'emergenza sanitaria di grande ampiezza. Nessun governo, né alcun organismo multilaterale può, da solo, far fronte a questa minaccia". Michel e Adhanom Ghebreyesus hanno presentato davanti alla stampa il progetto di trattato, che si fonda sul "Regolamento sanitario internazionale", uno strumento giuridico varato nel 2005. Secondo Michel, "il Trattato è utile per tracciare una cornice internazionale per la cooperazione, a partire dallo scambio di informazioni quando affrontiamo l'inizio di una possibile pandemia, per investire nella ricerca e avere medicine e quanto occorre per affrontare la pandemia", e anche per avere più trasparenza per tutti sulle catene di approvvigionamento e il livello di produzione dei vaccini. La proposta dovrebbe essere discussa a maggio nell'assemblea generale dei 194 Stati membri dell'Oms. Tra i firmatari dell'appello, per la verità, mancano membri chiave del G20 come Stati Uniti, Russia, Cina, Giappone, India e Brasile, ma l'Oms ha assicurato di aver ricevuto segnali positivi da Pechino e Washington.