«Troppe aggressioni in ospedale, intervenga la Regione»

31 Agosto 2024

VASTO. In corsia come in trincea. Per medici e operatori sanitari è sempre più difficile affrontare un lavoro reso spesso critico dalla mancanza di mezzi e spazi adeguati. L’utenza sempre più spesso...

VASTO. In corsia come in trincea. Per medici e operatori sanitari è sempre più difficile affrontare un lavoro reso spesso critico dalla mancanza di mezzi e spazi adeguati. L’utenza sempre più spesso decide di scaricare la propria rabbia sui camici bianchi. Tanta l’esasperazione. «I medici sono diventati il capro espiatorio», denuncia Raffaello Villani segretario territoriale della Fsi-Usae. Durante i mesi estivi non sono mancati episodi di intolleranza anche nei presidi della Asl. Le unità operative di Emergenza urgenza sono sempre più affollate, e in queste condizioni di lavoro devono mettere in conto anche la possibile intemperanza di utenti insoddisfatti. Le aggressioni fisiche e verbali secondo la Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) non si contano più. A confermarlo è Villani, a giudizio del quale la Regione, imitando la Puglia, dovrebbe deliberare una norma a tutela di medici e operatori sanitari.
«In Puglia è stato raccolto l’allarme di Fsi-Usae», rimarca Villani, «il futuro può fare davvero paura, tanto che molti giovani medici, spinti a cercare condizioni di formazione e di lavoro migliori, scappano all’estero. Ormai è emergenza anche nel nostro territorio. Il caso più recente e più grave a Lanciano per un uomo che si è presentato al pronto soccorso armato di coltello. Gli operatori sanitari sono stanchi di subire aggressioni e offese dai cittadini che si recano al pronto soccorso e non solo. Fsi-Usae da tempo denuncia queste situazioni e chiede con forza una legge nazionale per difendere chi lavora duramente negli ospedali. I camici bianchi lavorano in estrema difficoltà e pressione. La questione andrebbe affrontata prima possibile». (p.c.)
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