Abruzzo, Di Matteo e Gerosolimo pronti a lasciare la giunta
I due assessori regionali annunciano le dimissioni dopo i risultati delle elezioni e chiedono al governatore di azzerare tutto. Immediate le reazioni
PESCARA. Lo hanno detto più volte, lo hanno minacciato. E stavolta dicono di volerlo fare. Gli assessori regionali Donato Di Matteo (Regione Facile) e Andrea Gerosolimo (Abruzzo Civico) sono pronti a presentare le dimissioni e chiedono contestualmente al presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, di azzerare la giunta di centrosinistra e avviare «una fase che possa portarci a comprendere se ha ancora senso andare avanti». La riflessione è stata maturata dopo l'analisi del voto alle elezioni politiche in considerazione della perdita di «fiducia da parte di 180mila abruzzesi». Di Matteo era uscito dal Pd prima delle elezioni.
IMMEDIATE LE REAZIONI. Il primo commento arriva dall'assessore al Bilancio, Silvio Paolucci (Pd): "Prendiamo atto delle decisioni degli assessori Andrea Gerosolimo e Donato Di Matteo. E’ chiaro che il voto del 4 marzo richiede un’analisi approfondita per concordare cosa è necessario fare, senza escludere alcuna soluzione".
Il segretario regionale Pd Abruzzo Marco Rapino e Camillo D’Alessandro, coordinatore della maggioranza di centrosinistra in consiglio regionale, intervengono circa la richiesta di azzeramento della giunta avanzata da Donato Di Matteo e Andrea Gerosolimo. “La richiesta di azzeramento della giunta è irricevibile, sia sul piano istituzionale che sul piano politico – dichiara Rapino -. La discussione interna alla maggioranza è necessaria e nelle prossime ore incontreremo i nostri alleati. Se il passaggio di rimettere il mandato è un passo per discutere il rilancio dell’azione di governo siamo disponibili ad un confronto vero”. “Trovo singolare la richiesta di azzeramento della giunta – dichiara D’Alessandro -. Mi chiedo cosa c’entra la giunta e il lavoro che c’è da fare con posizioni che hanno il sapore del mettere le mani avanti, come se il consenso o il dissenso nei confronti dell’esecutivo regionale non li riguardasse direttamente, non riguardasse due componenti della giunta. Al di là della singolarità, è straordinario il tempismo”.