Attentato all’agenzia di scommesse Strike

22 Febbraio 2010

Il rogo è stato appiccato utilizzando uno pneumatico cosparso di liquido infiammabile e piazzato davanti a una vetrata d’ingresso. Evacuate le 20 famiglie

SULMONA. L'incendio è divampato verso le 3,30 dell’altra notte. A quell’ora è entrato in funzione il sistema d’allarme della sala scommesse. L’agenzia si trova al piano terra della palazzina in via Cappuccini. Il direttore della sala e la polizia pensavano a un tentativo di furto. Solo quando sono arrivati davanti al locale si sono accorti del rogo e hanno allertato i vigili del fuoco. Tutto il quartiere è stato svegliato e i residenti della palazzina sono stati costretti ad abbandonare le case. L’intenso calore e il denso fumo hanno provocato ingenti danni all’interno della Strike e hanno parzialmente colpito una Volkswagen Golf parcheggiata davanti all’agenzia. Solo il tempestivo intervento dei vigili del fuoco di Sulmona ha impedito alle fiamme di propagarsi al resto dell’edificio.

LA SALA. Nel 2000 è stata la prima agenzia ad aprire in Valle Peligna. È intestata alla società Kronos europea bet srl e il responsabile è Amico Sciullo. La sala è affiliata al Coni e può gestire qualsiasi tipo di scommesse sportive, dal calcio al basket. Molto frequentate anche le slot machine. Nello stesso locale si trova un bar, ugualmente danneggiato.

«NESSUNA MINACCIA». Sciullo, ascoltato in mattinata anche dalla polizia, ha detto di non avere alcun sospetto. «Mai ricevuto minacce», precisa l’imprenditore, «non so proprio chi possa avere fatto una vigliaccata simile. Non credo neanche alla vendetta. Non abbiamo mai spinto al gioco i clienti, anzi. Sono amareggiato. Abbiamo preso uno schiaffo, ma siamo già al lavoro per poter riaprire quanto prima».

LA SASSATA. Nella notte fra venerdì e sabato una vetrata del locale Strike era stata colpita e danneggiata da una sassata. Sciullo aveva presentato una denuncia alla polizia, senza però dare particolare peso al raid.

LE INDAGINI. Gli agenti del commissariato di Sulmona, agli ordini del vicequestore Egidio Labbro Francia, possono fare solo delle ipotesi. Di certo non si tratta di un gesto di un folle. Perché chi ha appiccato il fuoco l’ha fatto con cura: prima ha posizionato uno pneumatico davanti alla vetrata, poi l’ha cosparso di liquido (la scientifica ha trovato tracce di trielina) e quindi ha appiccato il fuoco. Incurante delle venti famiglie che vivono nel palazzo di quattro piani. Gli agenti non escludono un avvertimento, legato al racket delle estorsioni. Si ipotizza anche la vendetta di un cliente che c’ha rimesso un bel po’ di soldi con le scommesse o di qualche suo familiare. È stata aperta l’inchiesta.