Catarra è presidente per un pugno di voti
Il centrodestra vince nella provincia di Teramo con il 50,01 per cento dopo un pomeriggio da batticuore
TERAMO. 50,01 per cento: un pugno di voti, tra inevitabili contestazioni, per evitare il ballottaggio e conquistare la Provincia. Chi conosce Valter Catarra dice di lui che lo accompagna il fattore C. Ovvero, la fortuna con la C maiuscola che si diceva avesse Arrigo Sacchi. Dopo il clamoroso risultato di ieri, la diceria diventa dogma. Il centrodestra conquista la Provincia dopo 18 anni di centrosinistra e a tagliare il traguardo, primo per un soffio, è proprio lui, il semisconosciuto sindaco di Notaresco, uno sulla cui candidatura a presidente molti avevano ironizzato.
Soffia invece, anche alla Provincia di Teramo, il vento di centrodestra che spazza l’Italia e l’Europa. E viene premiata una scelta strategica: quella di puntare su un candidato che non fosse di Teramo città. Giusto dare per scontato che il capoluogo sia ormai fortemente di centrodestra e puntare invece a recuperare voti in aree tradizionalmente di centrosinistra. Alla fine, che sia merito di Catarra o no, è andata proprio così. Il recupero, a dire il vero, è stato particolarmente forte in Val Vibrata. Ma un po’ tutte le zone della provincia hanno dato un buon contributo a Catarra. Per certi versi, si può parlare di sconfitta del centrosinistra più che di vittoria del centrodestra. Certi autogol del Pd sono stati clamorosi. Basti pensare solo alla cacciata dei socialisti dall’amministrazione di Roseto. I 1.168 voti presi da Nicola Di Marco (ex assessore di D’Agostino) pro Catarra avrebbero fatto comodo al presidente uscente, consentendogli almeno di andare al ballottaggio.
IL VINCITORE. «È stata una battaglia all’ultimo voto, ma anche il ballottaggio sarebbe stato un buon risultato. Sono stato in attesa, alla fine la voglia di cambiare ci ha premiati». Così Valter Catarra ha raccontato la vittoria, arrivata dopo un lungo pomeriggio di trepidazione e un serrato testa a testa con il presidente uscente Ernino D’Agostino. Una vittoria con cui il centrodestra è riuscito ad espugnare, dopo 18 anni, l’ultima roccaforte del centrosinistra. Tanto da far esclamare a qualcuno tra la folla di sostenitori: «E’ caduto il muro di Berlino!».
La vittoria, giocata sul filo del rasoio fino all’ultimo voto, è arrivata dopo ore di attesa che si sono consumate nella sede elettorale di via Po, la stessa in cui solo sei mesi prima Gianni Chiodi aveva festeggiato la sua vittoria in Regione. Tanta voglia di vincere tra i sostenitori. E soprattutto di vincere subito, senza arrivare al ballottaggio. I dati, sin dal primo pomeriggio, danno Catarra in vantaggio, ma con uno scarto man mano sempre minore, che si avvicina sempre più alla temuta soglia del 50%. Nella sede elettorale si rincorrono le voci di voti contestati in diversi seggi e qualcuno incoraggia a recarsi sotto la Prefettura per protestare. Per circa due ore il destino di Catarra resta legato agli ultimi undici seggi da scrutinare. Ad ogni nuova proiezione che vede Catarra in testa si inizia ad esultare, ma la festa, quella vera, arriva solo alle 22.15, con il dato definitivo che gli assegna la vittoria. I sostenitori, i candidati consiglieri e il suo staff si riversano fuori dalle sede, in attesa di «Valter, il nostro presidente». Arriva in auto e il primo abbraccio è alle figlie e alla moglie. Poi ringrazia il suo popolo: «Cercherò di fare il meglio possibile».
LO SCONFITTO. Ernino D’Agostino commenta con il consueto aplomb la sconfitta, anche se annuncia che sono in corso verifiche sulla validità del risultato. «Certo», dice, «uno scarto così ridotto tra la vittoria di Catarra e il possibile ballottaggio ha il sapore della beffa. Provo amarezza, anche perché c’è stato un forte recupero del centrosinistra rispetto alle europee. Comunque, se il dato sarà confermato - e stiamo operando dei riscontri - è chiaro che ci troveremo a fare un’opposizione ferma, ma attenta alle istanze della comunità teramana. Perché abbiamo perso? Analizzeremo il voto collegio per collegio, ci sono collegi che hanno risposto benissimo e altri no. Certamente ha inciso il clima generale, sia nazionale che regionale. Questo risultato ci lascia comunque con la coscienza a posto. Ringrazio i candidati, che hanno svolto un ruolo prezioso, e le migliaia di elettori che hanno creduto in noi».
DI GIACINTO. Il risultato di Emanuela Di Giacinto della Destra non è stato significativo. «Ma io sono contenta», dice, «perché a livello regionale, per La Destra, è il risultato che spicca di più. Speravamo in qualcosa di più, è vero, ma entrambi i poli stanno cercando di distruggere le minoranze. I miei migliori auguri a Catarra, mi auguro che amministri veramente e non sia solo un candidato di facciata ostaggio di certi poteri forti».
(Ha collaborato Barbara Gambacorta)
Soffia invece, anche alla Provincia di Teramo, il vento di centrodestra che spazza l’Italia e l’Europa. E viene premiata una scelta strategica: quella di puntare su un candidato che non fosse di Teramo città. Giusto dare per scontato che il capoluogo sia ormai fortemente di centrodestra e puntare invece a recuperare voti in aree tradizionalmente di centrosinistra. Alla fine, che sia merito di Catarra o no, è andata proprio così. Il recupero, a dire il vero, è stato particolarmente forte in Val Vibrata. Ma un po’ tutte le zone della provincia hanno dato un buon contributo a Catarra. Per certi versi, si può parlare di sconfitta del centrosinistra più che di vittoria del centrodestra. Certi autogol del Pd sono stati clamorosi. Basti pensare solo alla cacciata dei socialisti dall’amministrazione di Roseto. I 1.168 voti presi da Nicola Di Marco (ex assessore di D’Agostino) pro Catarra avrebbero fatto comodo al presidente uscente, consentendogli almeno di andare al ballottaggio.
IL VINCITORE. «È stata una battaglia all’ultimo voto, ma anche il ballottaggio sarebbe stato un buon risultato. Sono stato in attesa, alla fine la voglia di cambiare ci ha premiati». Così Valter Catarra ha raccontato la vittoria, arrivata dopo un lungo pomeriggio di trepidazione e un serrato testa a testa con il presidente uscente Ernino D’Agostino. Una vittoria con cui il centrodestra è riuscito ad espugnare, dopo 18 anni, l’ultima roccaforte del centrosinistra. Tanto da far esclamare a qualcuno tra la folla di sostenitori: «E’ caduto il muro di Berlino!».
La vittoria, giocata sul filo del rasoio fino all’ultimo voto, è arrivata dopo ore di attesa che si sono consumate nella sede elettorale di via Po, la stessa in cui solo sei mesi prima Gianni Chiodi aveva festeggiato la sua vittoria in Regione. Tanta voglia di vincere tra i sostenitori. E soprattutto di vincere subito, senza arrivare al ballottaggio. I dati, sin dal primo pomeriggio, danno Catarra in vantaggio, ma con uno scarto man mano sempre minore, che si avvicina sempre più alla temuta soglia del 50%. Nella sede elettorale si rincorrono le voci di voti contestati in diversi seggi e qualcuno incoraggia a recarsi sotto la Prefettura per protestare. Per circa due ore il destino di Catarra resta legato agli ultimi undici seggi da scrutinare. Ad ogni nuova proiezione che vede Catarra in testa si inizia ad esultare, ma la festa, quella vera, arriva solo alle 22.15, con il dato definitivo che gli assegna la vittoria. I sostenitori, i candidati consiglieri e il suo staff si riversano fuori dalle sede, in attesa di «Valter, il nostro presidente». Arriva in auto e il primo abbraccio è alle figlie e alla moglie. Poi ringrazia il suo popolo: «Cercherò di fare il meglio possibile».
LO SCONFITTO. Ernino D’Agostino commenta con il consueto aplomb la sconfitta, anche se annuncia che sono in corso verifiche sulla validità del risultato. «Certo», dice, «uno scarto così ridotto tra la vittoria di Catarra e il possibile ballottaggio ha il sapore della beffa. Provo amarezza, anche perché c’è stato un forte recupero del centrosinistra rispetto alle europee. Comunque, se il dato sarà confermato - e stiamo operando dei riscontri - è chiaro che ci troveremo a fare un’opposizione ferma, ma attenta alle istanze della comunità teramana. Perché abbiamo perso? Analizzeremo il voto collegio per collegio, ci sono collegi che hanno risposto benissimo e altri no. Certamente ha inciso il clima generale, sia nazionale che regionale. Questo risultato ci lascia comunque con la coscienza a posto. Ringrazio i candidati, che hanno svolto un ruolo prezioso, e le migliaia di elettori che hanno creduto in noi».
DI GIACINTO. Il risultato di Emanuela Di Giacinto della Destra non è stato significativo. «Ma io sono contenta», dice, «perché a livello regionale, per La Destra, è il risultato che spicca di più. Speravamo in qualcosa di più, è vero, ma entrambi i poli stanno cercando di distruggere le minoranze. I miei migliori auguri a Catarra, mi auguro che amministri veramente e non sia solo un candidato di facciata ostaggio di certi poteri forti».
(Ha collaborato Barbara Gambacorta)