Cisl e Uil: la Fiom ora collabori nella Sevel

Dopo la sentenza gli altri sindacati commentano il rientro della Cgil nella fabbrica di Atessa

ATESSA. Sararanno decise nei prossimi giorni dalla dirigenza Sevel le modalità di rientro in fabbrica delle rsa (rappresentanze sindacali aziendali) della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil, riammesso nello stabilimento del Ducato dopo la sentenza del giudice del lavoro di Lanciano, Flavia Grilli. La condotta della Fiat è stata giudicata «antisindacale» per aver escluso la Fiom dalle rsa dello stabilimento.

«Le sentenze si rispettano, ma tra poco dobbiamo rinnovare il nuovo contratto: non ci interessa se la Fiom rientra in fabbrica, ma come lo fa, se con lo spirito di collaborazione per migliorare il contratto Fiat o se continua a negarlo come ha fatto finora». Commenta così il rientro della Fiom in Sevel, Domenico Bologna, segretario provinciale della Fim-Cisl, primo sindacato in fabbrica con 25 rsa su 51 in seguito alle elezioni del 18 e del 19 aprile scorsi.

La questione per la Fiom è però ancora tutta da definire. Nei prossimi giorni, infatti, dovrebbe essere depositata la sentenza che riammette in fabbrica le rappresentanze sindacali non riconosciute dall'azienda. A sua volta, la dirigenza Sevel dovrebbe comunicare al sindacato delle tute blu Cgil le modalità di rientro. E' quasi certo, tuttavia, che la Fiat faccia ricorso contro la sentenza.

Intanto, però, la Fiom ha nominato 17 rsa facendo riferimento allo Statuto dei lavoratori che stabilisce una rsa per ogni 500 lavoratori, in aggiunta al numero minimo di rappresentanti. E sul ritorno della Fiom in fabbrica gli altri sindacati appaiono cauti.

«Siamo in un paese democratico e le sentenze vanno rispettate», commenta Nicola Manzi, segretario provinciale della Uilm-Uil. «Certo è che noi andremo avanti avendo seguito le regole sancite dal contratto. La Fiom farebbe bene tuttavia a rientrare anche nella sottoscrizione delle trattative per sostenere i propri militanti: il sindacato non si fa nelle aule dei tribunali».

«Rispettiamo la sentenza», interviene Roberto Salvatore della Fismic, «ma vorremmo capire come vengono applicate le leggi se in maniera letterale o interpretandole: in tutt'Italia 31 ricorsi della Fiom sono stati bocciati, mentre 4 sono stati accolti. «La cosa più importante, tuttavia, è che si sta distogliendo l'attenzione dai problemi che si stanno addensando sulla Sevel. Il nostro interesse è quello di cercare di dare certezze a quei 350 ragazzi non confermati».

«E' sempre positivo che un sindacato rientri in fabbrica», sottolinea Leonardo De Gregorio dell'Ugl. «Con 700-800 iscritti, è giusto che la Fiom venga rappresentata anche se si è messa fuori da sola non firmando il contratto Fiat: è sempre bene stare dentro la trattativa, ricorrere ai tribunali è una sconfitta del sindacato».

Esprime soddisfazione, invece, Romeo Pasquarelli, responsabile per l'Idv del dipartimento Lavoro-welfare della Provincia di Chieti: «Abbiamo sempre sostenuto la democrazia in fabbrica e proseguiremo la battaglia intrapresa per fare chiarezza su cosa voglia fare la Fiat in Val di Sangro». Solidarietà alla Fiom è giunta anche da parte dei circoli Pd di Lanciano, Fossacesia, Rocca San Giovanni, Frisa, Mozzagrogna, Santa Maria Imbaro, Castelfrentano e San Vito.

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