Cliniche, il Tar azzera i tagli regionali

L’Aiop: bocciate le delibere che prevedono limiti di spesa.

L’AQUILA «Non sembra neppure porsi un problema di rispetto del complessivo stanziamento programmato, il che rende vieppiù incomprensibile la determinazione assunta in danno degli operatori privati». Chi per i giudici del Tribunale amministrativo del Tar dell’Aquila non «sembra porsi un problema», è il Commissario di governo sulla sanità abruzzese, Gino Redigolo tanto che secondo i magistrati amministrativi la regione ha sbagliato di grosso a ridurre drasticamente i tetti di spesa per le prestazioni delle alle cliniche. E’ questo il senso della sentenza del Tar dell’Aquila.

Depositata ieri mattina la sentenza segna un’altra affermazione favorevole per le Case di cura private che aderiscono all’Aiop, l’Associazione di categoria, presieduta dall’impreditore pescarese Luigi Pierangeli.

Il Tar dell’Aquila, dopo aver annullato i tetti di spesa «provvisori» deliberati per il 2008 dalla giunta dell’ex presidente Del Turco e le tariffe definite «penalizzanti» dalla Cliniche Aiop per le prestazioni ospedaliere, il tribunale aquilano con cinque sentenze ha annullato ora anche la delibera del Commissario Redigolo che nel novembre scorso aveva ripresentato gli stessi tetti di spesa.

Le cliniche: Pierangeli, Villa Serena, Spatocco, Villa Letizia e Ini Canistro, assistite dall’avvocato Tommaso Marchese, docente di diritto sanitario all’università Lum di Bari, contestavano alla Regione e al commissario «la clamorosa tardività del provvedimento» stattato ad anno concluso. In altri versi sostengono le strutture sanitarie nel 2008 hanno portato avanti prestazioni facendo riferimento a una tariffa, poi a fine anno il commissario ha fatto tagli senza tenere conto «delle prestazioni già rese ai pazienti i quali liberamente si erano rivolti alle strutture private».

I ricorsi, inoltre, contestavano l’atteggiamento definito dall’Aiop, «palesemente illogico» del Commissario, il quale aveva scelto di assegnare, a seconda delle strutture interessate un budget più basso per le prestazioni erogate ai cittadini abruzzesi, nonostante la produzione fosse stata più elevata, e più alto per le prestazioni rese ai pazienti extraregionali, «ma non utilizzabile, data la tardività del provvedimento».

Nella sentenza i giudici aquilani bocciano anche le motivazioni adottate dalla Regione e dal commissario Redigolo nel giustificare i tagli alle cliniche per riequilibrare il dissesto regionale e per la necessità del rispetto del Piano di risanamento concordato dalla Regione con il Governo.

Questa motivazione per giudici «non produce, invero, di per sé, alcuna deroga al quadro normativo applicabile ed anzi imporrebbe una più rigorosa disamina di legittimità, in luogo di una manifestazione di volontà tesa al mero risultato, tuttavia scisso dal rispetto delle procedure e dalla doverosa valutazione degli interessi contrapposti».

Il Tar critica anche nel merito le scelte del Commissario.
Il passaggio delle sentenza suona come una vittoria dell’Aiop sul gruppo teatino di Villa Pini.
L’associazione per l’ospedalità privata aveva più volte insistito su Regione e Asl a svolgere un controllo di merito sul l’appropriatezza delle prestazioni sanitarie erogate dalle cliniche private. Un modo per verificare quali strutture avevano rispettato le regole e chi se ne era discostato. Un controllo per esercitare sui budget previsti dalla Regione anche una ripartizione più adeguata tra clinica e clinica.

Nella sentenza indirettamente si fa riferimento al fatto che la delibera del Commissario non ha tenuto conto di queste valutazioni e del fatto che per il 2008 le prestazioni erano state già fatte, «lungi dal considerare il dato oggettivo delle prestazioni già erogate si sia invece fondata su dati manifestamente astratti», recita la sentenza.

Per l’avvocato Marchese il Tar ha bocciato la strategia del commissario Redigolo, che ora dovrà ridiscutere con i privati dell’Aiop le prestazioni rese, «senza poter imporre soluzioni autoritarie».
La sentenza ha suscitato soddisfazione tra le Case di cura. «Anche questa ulteriore sentenza del Tar L’Aquila», fa presente Tommaso Marchese, «afferma fondamentali principi di civiltà giuridica e di democrazia, riconosce il lavoro dei privati virtuosi e, soprattutto, tutela la libertà di scelta dei cittadini».